"Tutto è facile, tutto si può fare".
E' il credo di Marco Macaluso (Marco Cavalli), elegante, giovane
e colto bancarottiere della Napoli 'bene' raccontato da La buona
uscita, commedia grottesca con cui esordisce nel lungometraggio
Enrico Iannaccone, classe 1989, già vincitore nel 2013 di un
David con il suo corto L'esecuzione. Nel film, in sala dal 5
maggio con Microcinema, il capoluogo partenopeo, lontano da
vicoli e sparatorie, mostra una faccia cinica e indifferente
alla legalità dalla prospettiva dei quartieri alti.
Si seguono infatti le diverse strade percorse da Marco e
dalla sua amica di letto Lucrezia (un'intensa Gea Martire) quasi
sessantenne, che dopo una vita, anche sessuale, in piena libertà
(c'è chi la considera una ninfomane), è presa dagli scrupoli e
dalla paura di invecchiare. "La Napoli che racconto è quella
connivente, che tace, anche sulla violenza in città. Un
atteggiamento che passa per gli sguardi, i saluti, e che da
napoletano mi fa stare malissimo", dice Iannaccone.
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