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Dure euro l'ora, il triste precariato

Dure euro l'ora, il triste precariato

In corsa al Bif&st film di D'Ambrosio ispirato a una storia vera

BARI, 06 aprile 2016, 18:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Due euro l'ora è il titolo del film di Andrea D'Ambrosio, in concorso al Bif&st, e anche la triste realtà, ovvero la paga che in un piccolo paese del Sud percepiscono sei donne che lavorano in una fatiscente sartoria.
    Una piccola azienda gestita da Blasi, una sorta di kapò, viscido e vigliacco (Peppe Servillo). In questo piccolo paese dove tutti sanno tutto, due donne diverse per età ed esperienza e impiegate in questa piccola azienda, si incontrano: Rosa (Alessandra Mascarucci) 17enne, con tanta voglia di fuggire, una storia d'amore con un coetaneo, e un padre, Franco, con cui non riesce a parlare; Gladys (Chiara Baffi), 40 anni, tornata dal Venezuela, nubile e totalmente disincantata fino a quando incontra Aldo (Paolo Gasparini) che le fa sperare in una vita nuova, un incontro che si rivelerà un'illusione. "Sono partito da un fatto di cronaca accaduto nel 2006 nella bassa Campania", dice il regista. "Due euro l'ora parla del Sud.
    E' un film sul lavoro, sull'amore e sull'adolescenza che fugge".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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