Si farà il sequel de "Il ragazzo invisibile". Gabriele Salvatores è entusiasta per il suo progetto di cinema fantascientifico tutto italiano che va avanti e rivela, in una intervista all'ANSA, come sarà il prossimo episodio. "Abbiamo dovuto scegliere fra due strade, quella di maggiori effetti speciali e l'altra, più intimista e di analisi psicologica, e abbiamo privilegiato la seconda", ha detto il regista, che ha presentato la sua opera a Londra in occasione del Festival del cinema organizzato dal British Film Institute. "La sceneggiatura c'è, gli accordi pure, credo proprio che lo faremo", ha assicurato. "I personaggi sono cresciuti, avranno 16-17 anni, una età molto particolare, in cui dovranno ad esempio affrontare la sessualità, il concetto di morte e quello di perdita". Il suo 'Ragazzo invisibile' ha avuto molto successo nella proiezione avvenuta nella capitale britannica, con gli adolescenti inglesi che hanno apprezzato le avventure del giovane supereroe italiano che ha 'osato' sfidare i giganti americani della Marvel. All'estero, ammette Salvatores, ci sono comunque resistenze alla distribuzione del film, ma, ha ricordato, già in passato altri italiani sono riusciti ad avere successo e addirittura riscrivere un genere tipicamente Usa, come fece Sergio Leone col western. "Quel 'superpotere' che mi era derivato dalla botta di fortuna dopo aver vinto l'Oscar ho voluto usarlo per migliorare me stesso ed esplorare altri generi e fare anche quello che in Italia non lasciano fare agli altri perchè non ti danno i mezzi per farlo". E continua Salvatores: "Oggi in Italia è molto difficile fare il regista di cinema, per una serie di pregiudizi, preconcetti, anche se ci sono bravi registi, sceneggiatori e attori, non invece tanti produttori disposti a rischiare". Qualcosa però sta cambiando e negli ultimi anni registi come Matteo Garrone e Paolo Sorrentino stanno provando a introdurre novità con grandi riscontri. L'Italia però deve vincere una serie di preconcetti. "E' conosciuta all'estero per una serie di cose, pizza, mandolini, mafia, mare, le canottiere - ha detto - è ora di dire basta, di raccontare il Paese contemporaneo, e il fatto che non siamo rimasti fermi lì". Per Salvatores, quasi tutti i film italiani che hanno vinto premi Oscar sono legati al passato, 'Il postino', il suo 'Mediterraneo', 'Nuovo cinema paradiso', 'La vita è bella', e spesso sono ambientati nel sud Italia, e quindi sono legati al sole e al mare. "La Grande bellezza invece è contemporanea, ma è l'immagine che hanno all'estero di noi, a partire dalle feste", ha aggiunto. Fra i progetti futuri del regista, un film da girare negli Stati Uniti, e uno ambientato su un cargo che trasporta merci pericolose e illegali, con a bordo marinai senza identità, che non hanno la possibilità di scendere nei porti. "E' un film difficile da fare, ma non si sa mai"
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