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Una storia sbagliata, dolore e impegno

Una storia sbagliata, dolore e impegno

Ragonese e Scianna per il ritorno di Tavarelli

ROMA, 28 maggio 2015, 18:31

Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non ha paura di affrontare il dolore Gianluca Maria Tavarelli che torna al cinema dopo 'Non prendere impegni stasera' (2006) con 'Una storia sbagliata', né di farlo scegliendo un tema spesso a rischio di retorica, quello della guerra. Al contrario nel film, in sala e sul web (grazie alla sinergia tra Palomar e Mymovies.it) dal 4 giugno, il regista prende di petto una vicenda dal sapore universale, mescolando l'amore al lutto, la paura alla speranza. Nel film non ci sono eroi, ma solo il punto di vista di Stefania, interpretata da Isabella Ragonese, giovane donna sposata con Roberto (Francesco Scianna), che di mestiere fa il soldato ed è sempre lontano da casa perché spesso in missione in Iraq, durante la seconda guerra del Golfo. Il viaggio che Stefania intraprenderà da sola da Gela, dove vive, verso il conflitto iracheno, unendosi a una missione umanitaria, sarà lo strumento che la aiuterà a uscire dalla sofferenza e da una vita che le appare estranea. Aprendole forse un futuro diverso, che dalla vendetta si apre alla condivisione.

''Volevo che questa storia d'amore tra due ragazzi come tanti si misurasse con il mondo e volevo farla raccontare a una donna'', ha detto Tavarelli presentando il film a Roma. Un lavoro politico, specchio di un impegno civile che il regista vuole sottolineare anche attraverso la scelta di creare un ponte tra le due ambientazioni del film: Gela, dove l'illusione del lavoro con le raffinerie ha dato alla cittadina il record di malformazioni infantili, e l'Iraq, con la popolazione alla mercé delle bombe. "Questo è un film sui Sud del mondo: a Gela e in Iraq le famiglie soffrono alla stesso modo, con lo stesso senso di vergogna. Da un lato i bambini siciliani avvelenati dal petrolio, dall'altro quelli iracheni nati con il labbro leporino", ha detto Tavarelli, sottolineando che "la guerra ti lascia fantasmi che non si possono condividere: io stesso sono stato in Iraq nel 2009 con Emergenza Sorrisi, l'organizzazione che ha partecipato anche al film. Volevamo girare a Nassiriya, poi abbiamo scelto per sicurezza la Tunisia". Anche per i due protagonisti, il film ha rappresentato un momento di crescita: "l'esperienza del personaggio per me si è sovrapposta a quella personale, ho scoperto che i Sud si somigliano tutti", ha detto la Ragonese.

Stessa emozione per Scianna: "Questo film dimostra che nel dolore l'essere umano si ritrova", ha detto l'attore, "il mio personaggio invece si perde, perché l'esperienza della guerra è talmente forte che diventa la sua vita". Soddisfatto anche il produttore Carlo Degli Esposti, convinto che questo film colpisca "prima la pancia, poi cuore e cervello". In merito alla doppia modalità distributiva tra cinema e piattaforma digitale, il produttore ha parlato della necessità di "modificare il rapporto tra opera e esercizio, affinché anche gli esercenti divengano operatori culturali". "Le sale avranno una percentuale sui download del film fatti nella propria macro zona", ha aggiunto, spiegando che si tratta di un "esperimento di cinema partecipato"

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