Sei mesi di restauro per
recuperare la piena leggibilità e la vivezza dei colori del
Globo celeste, realizzato da Jodocus Hondius Jr. e Adrian Veen
nel 1613, che riporta le stelle osservate da Tycho Brahe e
quelle antartiche rilevate da Pietre Dierchsz Keyser e Frederick
de Houtman. L'intervento, presentato oggi, è stato realizzato da
L'Officina del restauro sotto la direzione scientifica del Museo
Galielo di Firenze che lo custodisce e la sorveglianza della
soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la Città
Metropolitana di Firenze con il contributo di Friends of
Florence.
Il Globo, è stato spiegato, presentava problematiche inerenti
ai restauri pregressi: l'alterazione dei materiali soprammessi
rendeva poco leggibili le stampe e le costellazioni e la loro
disomogeneità provocava zone di colorazione diversa, mentre
l'assorbimento del particellato atmosferico rendeva più cupa e
scura la superficie della carta. Dopo indagini diagnostiche si è
programmato l'intervento con test preliminari per individuare i
solventi idonei per pulire la carta. Il restauro hanno anche
offerto l'occasione per approfondire la conoscenza della tecnica
esecutiva. Il progetto era stato presentato nel 2020 alla quinta
edizione del premio Friends of Florence salone dell'arte e del
restauro. La collaborazione con il Museo Galileo, è stato
spiegato, proseguirà anche nei prossimi mesi in occasione del
restauro della sala delle Carte Geografiche in Palazzo Vecchio e
del Globo terrestre di Egnazio Danti, lì custodito. Il Museo
Galileo fornirà la consulenza storico-scientifica per
l'esecuzione del lavoro di restauro e realizzerà la
ricostruzione virtuale della sala secondo il progetto originale
di Giorgio Vasari e del Globo. "Mi auguro che tali sinergie fra
enti e associazioni - ha detto il presidente del Museo Galileo
Francesco Saverio Pavone - insieme alle importanti competenze
messe in campo dal museo e dalla soprintendenza, possano
ripetersi in futuro su altre opere altrettanto preziose".
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