In libreria, edito da
Baldini+Castoldi, è già arrivato il 'Diario della Capra', per
l'edizione 2020 -21 anche con le vignette disegnate da Staino.
Ora il maniacale "capra capra capra" lanciato da Vittorio Sgarbi
conto la vittima di turno diventa un marchio per tanti oggetti
in vendita, dalle tazzine alle magliette, dalle agende alle
sacche di tela della spesa. "Da oggi si può dire che Sgarbi si
mette in vendita", commenta divertito il critico ferrarese,
sottolineando che una parte del ricavato delle vendite sarà
comunque destinato al finanziamento di borse di studio per
studenti delle medie e delle superiori.
Il progetto, nato da un'idea di Sabrina Colle e di Nino
Ippolito, e coordinato da Beatrice Gigli, è nato dalla
collaborazione con 'Ydeo', azienda specializzata nella
progettazione e gestione di piattaforme di e-commerce e nella
produzione di merchandising. "Mio malgrado, il capra capra capra
rivolto alle vittime delle mie intemerate verbali, è diventato
anche un segno distintivo, una sorta di richiamo nel quale si
riconoscono le persone libere, anticonformiste, imprevedibili,
direi anche ribelli, capaci di sorprendere - spiega Sgarbi -. Me
ne sono reso conto durante le restrizioni della pandemia con una
mascherina che riportava proprio una capra: in tanti me la
chiedevano, tutti la cercavano. Ovviamente, non venderemo mai
mascherine, ma i miei collaboratori mi hanno convinto della
bontà di questo progetto che comunque serve a creare quel senso
di appartenenza tra i miei sostenitori. Che sono in gran parte
giovani".
Tutti i prodotti si potranno comprare online su un sito
dedicato. Sabrina Colle, che di Sgarbi è anche la compagna,
precisa il senso dell'operazione: "Non parlerei di operazione
commerciale - dice - piuttosto di una sorta di divertimento,
visto che molti sostenitori di Vittorio alle fine di uno
spettacolo, di una conferenza o anche solo incontrandolo per
strada gli portano sempre qualcosa da firmare, fosse solo un
tovagliolo del ristorante".
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