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Mostre: il Novecento visto dagli archivi Fondazione Cirulli

Mostre: il Novecento visto dagli archivi Fondazione Cirulli

Narrazione in 19 capitoli con la supervisione di Jeffrey Schnapp

BOLOGNA, 22 novembre 2019, 16:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non una mostra ma un vero e proprio 'laboratorio' di storia e cultura del Novecento, per raccontare il secolo della modernità attraverso un caleidoscopio espositivo che spazia dalle arti figurative al design industriale, dalla pubblicità al cinema, dalla fotografia alla televisione, dai tessuti alle riviste. Apre al pubblico il 23 novembre (fino al 17 maggio) 'L'archivio animato. Lavori in corso', un nuovo concept di mostra con il quale la Fondazione Cirulli, sede a San Lazzaro di Savena (Bologna), presenta la sua peculiare identità di luogo di sperimentazione tra archivio e spazio espositivo.
    Il progetto, realizzato con la consulenza e supervisione di Jeffrey Schnapp, fondatore e direttore del metaLAB dell'Università di Harvard e figura di riferimento nel campo dell'umanistica digitale, costruisce una narrazione del secolo attraverso i materiali diversi ed eterogenei che compongono la collezione 'panoramica' di Fondazione Cirulli, la cui sede è lo storico edificio simbolo dell'architettura moderna italiana progettato e realizzato nel 1960 dagli architetti e designer milanesi Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Dino Gavina.
    Il capolavoro artistico, le arti decorative, la comunicazione, il design industriale e la cultura materiale e visiva, e ancora fotografie, disegni, quadri, sculture, oggetti, manifesti, volantini, carteggi, biglietti da visita, tessuti, riviste, libri: sono le forme di comunicazione socio-culturale che compongono le 19 sezioni di mostra, intrecciandole in un racconto polifonico sul Novecento con oltre 200 opere. Così, accanto ad una selezione di 'Frammenti di '900' con dipinti dei primi tre decenni del secolo, il capitolo dedicato a 'Il tessuto della modernità' offre una selezione di progetti grafici per tessuti di arredamento - settore allora in forte espansione - realizzati per la Triennale di Milano negli anni Cinquanta dai più rinomati artisti del panorama italiano, come Gio Ponti, Ettore Sottsass, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Bice Lazzari.
    'Fermo immagine' racconta attraverso i volti del cinema e della tv anni Sessanta gli entusiasmi del boom economico: un capitolo, quello della televisione, ripreso anche nella sezione 'Munari, Carboni e la Rai', che racconta l'innovazione grafica della televisione pubblica ad opera dei due artisti negli anni '50.
    E ancora il racconto della modernità attraverso le produzioni industriali, dalle macchine all'illuministica, la documentazione fotografica della vita nell'entroterra emiliano del Dopoguerra con le immagini di Enrico Pasquali e quelle glamour di Arturo Ghergo, maestro della fotografia italiana. E naturalmente la pubblicità: dal pannello decorativo realizzato da Xanti Schawinsky, maestro del Bauhaus, per il negozio Olivetti di Torino, ai cartelloni pubblicitari originali di inizio secolo scorso, dal design anonimo delle 'carte pasticcere' brandizzate, all'evoluzione dei loghi attraverso un'accurata documentazione.
   
   

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