Il lungo scorrere dello Yangtze, il
Fiume Azzurro, tracciato su una grande installazione dorata
dalla forma ispirata a un dragone; l'imponente maschera bronzea
con gli occhi e le orecchie sporgenti, unica nel suo genere,
forse rappresentazione del fondatore dell'antico popolo Shu. E
ancora, una moltitudine di preziose opere in bronzo, oro, giada
e terracotta, databili dal II millennio a.C. fino al II secolo
d.C., che ricostruiscono in uno straordinario viaggio temporale
la vita sociale e l'anelito alla spiritualità della grande
civiltà che abitò il sud ovest della Cina. Si apre il 26 marzo
la mostra "Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell'antica
Cina", in programma ai Mercati di Traiano fino al 18 ottobre e a
cura dell'archeologa e vice direttrice del Museo di Jinsha Wang
Fang. Con i suoi 130 reperti, la mostra presenta in modo
grandioso i miti dell'archeologia cinese attraverso il racconto
della civiltà del Sichuan sviluppatasi lungo il Fiume Azzurro.
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