Una statuetta di divinità
femminile nuda di alabastro con le braccia mobili, quasi una
Barbie vecchia di 2000 anni, fa gli onori di casa: ha il corpo
sinuoso di una Venere nella tradizione classica occidentale, ma
gli occhi e l'ombelico di rubino vengono dal Myanmar. Oggi al
Museo del Louvre, la Ishtar simbolo di una nuova mostra al
Metropolitan viene originariamente da Babilonia: è la
testimonial plurimillenaria del "Mondo tra gli Imperi", un
viaggio in 190 oggetti in una delle regioni più incandescenti
del pianeta.
Dal I secolo avanti Cristo alla metà del III secolo due
superpotenze - l'impero romano e i Parti - si scontrarono in
un'alternanza di guerre e fragili fasi di pace per il controllo
delle vie commerciali tra oriente e occidente. La mostra
incrocia passato e presente puntando i riflettori su cosa stava
in mezzo: in quelli che oggi sono Iraq, Israele, Giordania,
Siria, Libano e Yemen, si parlavano lingue simili, si
commerciava lungo le stesse strade, si adoravano divinità
consorelle.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA