L'ululato di un lupo si diffonde tra
i resti delle Terme di Caracalla, dalle feritoie della cloaca
filtrano versi di uccelli, lo scrosciare dell'acqua, rimbombi
cupi che evocano foreste. Le voci della natura irrompono negli
spazi del grande tempio del benessere dell'Urbe generando una
forte suggestione. A creare l'impasto magico tra la visione
dell'archeologia straordinaria del complesso termale e la musica
del mondo pensata come un suo tappeto di architetture sonore è
Alvin Curran con l'installazione "Omnia flumina Romam Ducunt -
Tutti i Fiumi Portano a Roma", promossa dalla Soprintendenza
Speciale di Roma.
Fino al 13 gennaio i visitatori saranno accompagnati lungo il
Frigidarium dal fluire ininterrotto di questo linguaggio
acustico fatto di leoni, lupi, usignoli, merli, aquile, rumori
di corsi d'acqua, testi di poeti e architetti dell'epoca ai
quali il compositore americano ottantenne alterna segni
dell'uomo come il rumore della griglia metallica del ponte di
Brooklyn o l'elettronica di sintesi.
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