'Eva tentata dal serpente', olio
su tela del fiorentino Giuseppe Bezzuoli, entra nelle collezioni
della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti. Il dipinto è
stata acquistato dalle Gallerie degli Uffizi. L'opera,
realizzata nel 1853, ebbe la sua massima celebrità
all'Esposizione Universale di Parigi del 1855: "Per la sua
spudorata verità - si spiega dal museo -, causò un grande
clamore di pubblico anche alla prima Esposizione nazionale
svoltasi a Firenze nel 1861". A Pitti sarà visibile da
primavera. Intanto dal 26 ottobre al 17 marzo sarà a Milano per
la mostra 'Romanticismo' organizzata dalle Gallerie d'Italia.
"La verità disarmante della figura di Eva - spiega Eike
Schmidt, direttore degli Uffizi - fa del dipinto un cardine
fondamentale della storia della rappresentazione del nudo
femminile. Terminata 10 anni prima dell'Olimpia di Manet, che
pure rimanda a quei prototipi, l'Eva di Bezzuoli fu un'opera
rivoluzionaria per il suo tempo, in anticipo anche sul realismo
spregiudicato di Courbet, e dimostra come Firenze nell'800 ebbe
un ruolo di primo piano sulla scena europea".
Al centro della scena c'è Eva, nel trionfo della sua generosa
nudità, che con un gesto morbido afferra una mela mentre lancia
uno sguardo complice, come a chiedere conferma di un gesto
proibito. Tra la realizzazione e il disegno preparatorio,
conservato a Londra, intercorsero 7 anni. Il quadro destinato a
Pitti (che già possiede opere di Bezzuoli), fu messo in mostra
nuovamente nel 1880, poi rimase nello studio dell'artista fino
alla sua morte. Seguì un lungo silenzio, tanto che fu
considerato perduto. La riscoperta moderna nel 2011, alla mostra
'Lorenzo Bartolini, scultore del bello naturale' alla Galleria
dell'Accademia. Per il 2020 è in programma una monografica su
Bezzuoli e il suo contesto culturale.
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