Installazioni, video, dipinti, disegni, musica, è la prima personale in Italia del sudafricano Kemang Wa Lehulere quella allestita dal 27 settembre al 26 novembre negli spazi del Maxxi. Il giovane artista emergente è infatti il vincitore del prestigioso premio assegnato ogni anno dalla Deutsche Bank, che nel museo romano presenta il lavoro che si è aggiudicato l'ambito riconoscimento.
Illustrata alla stampa da Britta Farber, capo curatrice del dipartimento di Arte, Cultura e Sport di Deutsche Bank, la mostra si intitola 'Bird Song' e descrive al meglio la creatività e il valore significativo dell'opera di Kemang Wa Lehulere. Una rassegna in realtà itinerante, che ha avuto una prima edizione lo scorso marzo alla Deutsche Bank Kunsthalle di Berlino e proseguirà con una esposizione in Svizzera. "Ogni anno scegliamo artisti che, pur emergenti, abbiano già una loro rilevanza e per questo - ha detto la Farber, che ha curato anche l'edizione italiana in collaborazione con Anne Palopoli - la selezione guarda al mondo intero".
Sono dunque promesse dell'arte che provengono dai paesi più diversi e anche il lavoro di Wa Lehulere, di Cap Town, classe 1984, si distingue per la sensibilità e l'impronta civile. 'Bird Song', ha spiegato la curatrice, è una "mostra che è in sé una sorta di composizione personale, costituita da tante voci diverse e radicata nella terra d'origine dell'artista, il Sud Africa".
Ecco dunque che tanto nelle realizzazioni quanto nelle approfondite ricerche che le hanno precedute, Kemang vuole testimoniare la società dell'apartheid, la realtà della segregazione che il giovane e tutta la sua famiglia hanno vissuto. La mostra in definitiva è un progetto incentrato sul dialogo tra le sue opere e quelle di Gladys Mgudlandlu (1917-1979), artista autodidatta, tra i primi neri ad esporre le proprie opere in una galleria sudafricana negli anni '60. Mgudlandlu dipingeva soprattutto paesaggi e uccelli, che le valsero il soprannome di Bird Lady, ma anche le critiche per non essersi schierata politicamente, e dopo la sua scomparsa fu dimenticata.
Kemang Wa Lehulere, cresciuto a Città del Capo nella stessa township della pittrice, ha scoperto che sua zia Sophia aveva visitato la casa di Gladys e ne ricordava i murales. Insieme a lei, ha così iniziato una ricerca sulle tracce di quei dipinti, riportandone alla luce alcuni che hanno ispirato il progetto di 'Bird Song'. In mostra trovano dunque posto una serie di lavori dal titolo 'Does this mirror have memory', costituita da dipinti della Mgudlandlu ed elaborazioni disegnate con il gesso su lavagne nere dall'artista insieme alla zia. Un dialogo che sembra un'improvvisazione jazz, ma il fine non è di riabilitare la memoria di un'artista dimenticata, bensì di ristabilire un rapporto tra il presente e il passato del Sud Africa.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA