Ci sono anche il
piviale, due stole e la pianeta del cardinale Pallotta, che nel
XVII secolo fece di Caldarola, la sua città natale, un
paese-gioiello disseminato di tante opere d'arte, fra i 600 beni
fra dipinti, statue lignee e documenti d'archivio messi in salvo
nell'arco dell'ultima settimana dai comuni terremotati delle
Marche: Caldarola appunto, Camerino, San Ginesio, Acquasanta
Terme, Ussita. L'Unità di crisi dei beni culturali ha operato
insieme a carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile e
funzionari delle Diocesi di Camerino, Ascoli Piceno e Fermo. Fra
i recuperi più importanti, 29 fra dipinti e statue di 'Scene
religiose e santi', databili fra il XVI e il XVII secolo,
prelevati delle chiese delle frazioni di Mergnano e Agnano di
Camerino, dalla chiesa camerte della Madonna delle Carceri, e da
Santa Maria in Vepretis a San Ginesio (Macerata). Un crocifisso
cinquecentesco in legno policromo è stato portato via dalla
Chiesa del Santissimo Crocifisso a Quintodecimo di Acquasanta.
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