Riprendono corpo, a Ferrara, i
volti e le storie della Shoah. A restituire concretezza e
identità - passando dai numeri alle persone - a chi ha perso la
vita nell'Olocausto è il Meis, il Museo Nazionale dell'Ebraismo
Italiano e della Shoah di Ferrara con 'Touch - Toccare alcune
storie di cittadini ferraresi ebrei deportati', mostra
inaugurata in occasione del Giorno della Memoria e promossa dal
Meis, dall'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara con il
patrocinio della Comunità Ebraica.
I visitatori del museo, strofinando alcune superfici
rivestite di uno strato di inchiostro termo-cromico nero,
possono riportare alla luce i nomi, i volti e le storie di 10
dei circa 150 ebrei ferraresi deportati. Due di loro erano i
nonni di Andrea Pesaro, presidente della Comunità Ebraica di
Ferrara, che si è detto "anche per questo molto emozionato dalla
mostra: la memoria non deve mai essere fine a se stessa, ma
attiva e dinamica, affinché gli errori del passato non tornino a
ripetersi".
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