Goffredo Parise definiva le opere
dell'artista e sua compagna di vita Giosetta Fioroni
"diapositive di sentimenti". La "ragazza rosa", come la chiamava
lo scrittore, fece i primi passi nel mondo dell'arte tra la fine
degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta. In quel
periodo trionfava l'esperienza americana della Pop art, alla
quale fu dedicata la Biennale di Venezia del 1964. Due tratti
essenziali differenziavano Giosetta Fioroni dalla corrente a cui
appartenevano artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg e
Roy Lichtenstein: l'ampio spazio riservato alla pittura e una
profonda analisi della vita attraverso la descrizione della
quotidianità urbana. La Galleria Mucciaccia di Roma, dal 30
novembre al 10 gennaio, espone una mostra antologica dedicata
all'artista romana. "Attraverso l'evento" è il titolo
dell'esposizione che, riprendendo un verso dell'opera "Il
galateo del bosco" del poeta Andrea Zanzotto, anticipa
l'ossimoro del lavoro della Fioroni, che ritrae icone di
bellezza della cultura di massa, come attrici e top model,
predilige l'uso dello smalto d'argento e, al tempo stesso,
indaga sui sentimenti essenziali dell'uomo.
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