Le tele rosso sangue, con gli
asciugami macchiati della violenza in nome di un credo
compostamente ripiegati. A monito e riflessione. E poi, invece,
l'illusione della terra delle opportunità e la riconquista del
potere delle immagini che la Chiesa sembra aver perso. La
religione, i suoi errori e miopie irrompono al Macro Testaccio
con le due nuove, diversissime, personali d'inizio d'autunno:
Paintings of Violence (Why I am not a mere Christian)
dell'inglese Rachel Howard e Los Feliz dell'austriaco Edgar
Honetschlager, a cura di Mario Codognato (fino al 18/10).
La prima, dedicata alla ricerca su religione, morte e violenza,
che la Howard porta avanti da tempo, raccoglie 10 grandi tele
dipinte con strati di colore rosso sangue a partire da una riga
a T, rievocando un crocifisso, e poi tamponate da asciugamani.
La seconda, Los Feliz, è il disvelamento dei fondali dipinti da
Honetschlager per il suo omonimo road movie, con tre cardinali
che assumono tre diavoli perché l'Occidente non perda la
supremazia
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