PISA - La grande ispirazione classica di Salvador Dal e' al centro di una mostra allestita dall'1 ottobre al 5 febbraio negli spazi di Palazzo Blu a Pisa. Esposte oltre 150 opere provenienti da alcune importanti collezioni italiane e spagnole (tra cui quattro dipinti inediti degli anni '80), capaci di illustrare la profonda relazione dell'artista catalano con la tradizione degli antichi maestri rinascimentali, come Michelangelo e Raffaello. Con il titolo 'Dal. Il sogno del classico', la rassegna, organizzata con la collaborazione di MondoMostre e della Fundacio' Gala-Salvador Dali, e' stata curata da Montse Aguer (direttrice Musei Dal-FundacioÌü Gala-Salvador DaliÌü) che ha ideato una puntuale selezione di dipinti celeberrimi, affiancati ad altri meno noti o addirittura mai visti, provenienti dal Museo Fundaci Gala-Salvador Dal di Figueres, dal Dal Museum di Saint Petersburg in Florida, le due piu' importanti istituzioni mondiali che custodiscono le opere dell'artista, e dai Musei Vaticani. Scopo della mostra e' quella di sottolineare l'importanza dell'Italia, del Rinascimento, e in particolare di Michelangelo, nell'opera di Salvador Dal. Ecco quindi che il percorso espositivo puo' vantare un nucleo di oli straordinari, tra cui gli inediti 'Senza titolo. Mose' da quello della tomba di Giulio II di Michelangelo', 'Senza titolo. Cristo dalla Pieta' di Palestrina attribuita a Michelangelo', 'Senza titolo. Giuliano de' Medici da quello del sepolcro di Giuliano de' Medici di Michelangelo' e 'Senza titolo. Dal Ragazzo accovacciato di Michelangelo', ultime creazioni degli anni '80. Presentate per la prima volta quale corpus stilistico e tematico, queste opere permettono di analizzare la tecnica e il pensiero di Dal in quel periodo, e di evidenziare come le sue inquietudini continuassero, anche nella tarda maturita', a tradursi in espressione artistica. E del resto, approfondire la conoscenza dell'ultima fase della carriera del pittore, ancora poco nota, significa entrare in contatto con il suo pensiero piu' peculiare, mediato da un'espressivita' che persegue la ricerca dell'immortalita'. A dimostrarlo, anche i quattro dipinti che aprono la mostra, 'La Trinita', studio per il Concilio ecumenico' del 1960, 'Paesaggio di Port Lligat' del '50, 'Sant'Elena a Port Lligat' (1956) e 'Angelo di Port Lligat' (1952), dove e' possibile notare una svolta mistica e religiosa nell'arte di Dal. Dopo aver trascorso otto anni negli Stati Uniti con l'amata Gala (a causa della guerra civile spagnola), nel luglio del '48 l'artista fa ritorno a Port Lligat, per poi recarsi di nuovo in Italia. ''Sono tutto invasato dai canoni geometrici, dalle misure, dalle proporzioni'', dice Dal descrivendo quel soggiorno, durante il quale compie appunto il passaggio nella "nuova era della pittura mistica" in cui scienza, religione e maestri della pittura, vale a dire le sue maggiori passioni, si fondono. Oltre ai dipinti, sara' esposta a Palazzo Blu l'intera serie di xilografie della Divina Commedia, commissionata a Dal nel 1950 dal ministro della Pubblica Istruzione per illustrare il capolavoro di Dante Alighieri. Purtroppo, l'incarico non ando' a buon fine a causa di tensioni politiche con l'opposizione (contraria all'assegnazione di un simile compito a un pittore spagnolo) amareggiando molto il maestro, che riusc comunque a far pubblicare questa imponente opera grafica. Quindi, la mostra propone il Dal disegnatore, illustratore e intellettuale appassionato di letteratura, attraverso i 30 disegni e acquarelli che raccontano la leggendaria vita di Benvenuto Cellini. L'artista catalano viene incaricato dall'editore Doubleday&Company di illustrare una nuova edizione della Vita dell'orafo fiorentino. il 1945 e Dal realizza 42 illustrazioni per l''Autobiografia di Benvenuto Cellini', molto varie sia da un punto di vista formale sia tecnico. Gli originali, oggi conservati alla Fundacion Gala-Salvador Dal di Figueres, sono resi ancora piu' preziosi dalle iscrizioni e citazioni dal testo celliniano.
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