Dopo le polemiche dei
mesi scorsi sui ritardi, a Mont'e Prama gli scavi - ripresi da
due settimane - vanno avanti e hanno portato alla luce qualcosa
di importante: un muro di 15,50 metri, composto perlopiù in
basalto, con inserti in arenaria, risalente all'epoca nuragica e
dunque coevo e coerente con il resto degli elementi emersi
nell'area recintata. A darne notizia è Alessandro Usai,
funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici delle
province di Cagliari e Oristano, in una conferenza stampa nel
sito archeologico del Sinis.
Le ricerche si sono concentrate nell'area nord-occidentale
del recinto, dove si trovava il dosso che fin dalle prime
campagne aveva attirato la curiosità degli archeologi. E le
ipotesi formulate, ossia la presenza di una struttura che
impedisse lo svolgimento dell'attività agricola, hanno trovato
conferma nei risultati ottenuti da queste prime due settimane di
lavori.
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