Non tutti hanno una storia fatta di
integrazione e aggregazione nel tessuto lacerato delle
periferie, di accoglienza concreta, di innovazione ed
entusiasmo, di fabbriche tecnologiche e "umane" al tempo stesso.
Una storia che produce una bellezza "altra", non quella
ereditata dal passato, assimilata all'immagine di monumenti
antichi, chiese e musei, ma quella che si può costruire partendo
dal presente e dalla gente che lo popola. Inizia da qui, dal
coraggio di introdurre un nuovo concetto di "cultura", la sfida
di Settimo Torinese che, dopo Mantova e Pistoia, si candida a
Capitale italiana della Cultura 2018.
La cittadina piemontese, poco distante da Torino, dalla sua
non ha paesaggi mozzafiato né un particolare patrimonio storico
artistico: altre sono le sue carte vincenti, forse meno evidenti
di un castello o di una collezione di quadri preziosi, ma non
certo da sottovalutare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA