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Splende il '700 in Sala degli Imperatori

Splende il '700 in Sala degli Imperatori

Ai Capitolini scoperte dorature e integrazioni mascherate

ROMA, 21 luglio 2016, 10:52

di Nicoletta Castagni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ha riconquistato l'originario splendore settecentesco, con gli ori che ornano i bassorilievi e le pareti 'color dell'aria', la bellissima Sala degli Imperatori dei Musei Capitolini, nel Palazzo Nuovo, sottoposta a un accurato intervento di restauro. Dalle indagini e dalle puliture sono riemerse novità inattese e sorprese, come le integrazioni di terracotta mascherate con la pittura.

"L'ambiente è tornato a essere quello che collezionisti e artisti venivano a studiare per apprendere l'armonia della statuaria antica", ha detto il Soprintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce, presentando il restauro con la sindaca Virginia Raggi, l'assessore alla Crescita culturale Luca Bergamo e a Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel Green Power, che ha collaborato al prestigioso intervento.
La sala custodisce i magnifici ritratti imperiali, che facevano parte della Collezione Albani, acquistata nel 1733 da papa Clemente XII, quale nucleo fondante dei Musei Capitolini, inaugurati l'anno successivo ("il primo museo al mondo", ha sottolineato la Raggi, ricordando come quel luogo d'arte fosse così diventato fruibile da tutta la cittadinanza e non solo dai privati possessori).

Su oltre 400 marmi, ha proseguito Presicce, erano 67 i ritratti degli imperatori e dei propri più stretti famigliari, da sempre considerati l'aspetto più significativo della raccolta Albani, in quanto, da Augusto a Gallieno, consentono di seguire l'evolversi delle diverse correnti stilistiche legate alla ritrattistica ufficiale. In concomitanza con il restauro, ha spiegato il Soprintendente, venti di questi splendidi busti sono stati temporaneamente prestati a un museo americano, il Fred Jones jr. Museum of Art dell'Università dell'Oklahoma, nell'ambito della mostra 'Immortales', un'opportunità unica per gli studenti, la maggior parte dei quali non aveva mai visto dal vivo i capolavori dell'antichità.

"Il restauro - ha commentato Presicce - è stato magistralmente eseguito, tanto da restituire la partitura decorativa originaria, a noi sconosciuta". Documentata solo da alcune riproduzioni grafiche coeve, la Sala degli Imperatori ha regalato così la bellissima sorpresa di veder riapparire, sotto l'azione della pulitura (condotta con polpa di carta, sepiolite e soluzione leggermente basica), gli ori che decoravano la parte inferiore delle cornici dei bassorilievi. In questa sala del Palazzo Nuovo non si conservano infatti solo i busti (che sono esposti in ordine cronologico su una doppia fila di mensole), ma ad essi sono affiancati bellissimi bassorilievi di diverse dimensioni, come quello raffigurante 'Perseo che libera Andromeda dal mostro marino' e 'Endimione dormiente', di epoca adrianea.

Il ripristino degli ori, così come dell'azzurro-cinerino delle pareti, il 'color dell'aria' che tingeva Roma prima che fosse invasa dalla moda pompeiana (a seguito delle prime campagne di scavo), ha quindi permesso una nuova e più corretta lettura di tali ambienti. Senza contare il recupero stilistico appunto dei bassorilievi, che ingialliti e scuriti dallo spesso strato di polvere e dalle incrostazioni, nonché alleggeriti dalle pesanti stuccature, hanno rivelato dopo secoli la loro qualità formale ed estetica, per la quale del resto erano famosi. Di particolare interesse, inoltre, il rinvenimento di una integrazione settecentesca in terracotta, presente nel sarcofago con combattimento dionisiaco, che rimpiazzava una lacuna nell'originale e che era stata mimetizzata con una passaggio di pittura a imitazione del marmo. Ora è evidente e contribuisce a raccontare la storia del reperto.
"Chiuso un progetto, ne apriamo un altro", ha concluso la sindaca Raggi dopo aver tagliato il nastro per inaugurare la sala restaurata. A breve, ha annunciato, partirà l'intervento per il recupero e la valorizzazione di Villa Caffarelli, realizzato sempre in collaborazione con Enel Green Power, in particolare delle aree esterne del Giardino Caffarelli e del Giardino De Vico e delle tre Fontane. 

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