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A Berlino "Voci contro" comunismo Est

A Berlino "Voci contro" comunismo Est

Opere inedite di artisti che non si omologarono a regime DDR

BERLINO, 18 luglio 2016, 13:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'arte è stata probabilmente la prima voce di dissenso contro l'omologazione comunista della Germania dell'Est. E gli artisti di Berlino e della DDR, riusciti a non farsi omologare nelle "belle arti di regime" di Honecker e compagni, sono stati, specialmente dal 1976 al 1989, le più forti "voci contro": a costo di pagare pesantemente per il bello espresso attraverso le loro opere e chiaramente non apprezzato dalla Stasi, la polizia segreta, e dagli occhiuti apparati di sicurezza del Paese. Si intitola "Voci contro" la poderosa raccolta di opere d'arte, per la maggior parte inedite, realizzate da artisti dissidenti della Germania Est tra il 1976 ed 1989 ed esposte fino al 26 settembre al Martin-Gropius-Bau, uno straordinario spazio espositivo di Berlino che quando c'era il Muro si trovava praticamente nella terra di nessuno.
    "Una mostra che vuole fare apprezzare la bellezza dell'arte della Germania dell'Est, soprattutto quella del dissenso", spiega il curatore dell'esposizione, Eugen Blume. Il percorso si articola per foto, sculture, installazioni e dipinti che si susseguono l'uno dopo l'altro, in un percorso avvincente e coinvolgente che racconta un clima, una situazione di disagio che attraverso l'arte si esprimeva e diventava catalizzatore per chi voleva vivere la democrazia che caratterizzava l'Ovest.
    Splendida e vibrante, a tal proposito, è "La tigre a casa", opera inedita di Andreas Kuchler, tra le tante ad essere viste per la prima volta in questa esposizione che attraverso il bello e il concettuale funziona come un ascensore della storia, e dischiude al visitatore il pensiero, la speculazione e il disagio dei tanti che nella Germania comunista non hanno accettato di diventare "artista di Stato", acconsentendo alla corruzione della propria identità. Immagini che, viene fatto rilevare da un critico alla affollatissima inaugurazione della mostra, impongono di domandarsi cosa sia il totalitarismo oggi sulla base di chi, da artista libero, aveva capito che la illusione socialista era finita e cercava di farlo capire attraverso la "voce contro" delle proprie opere.
   

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