Il Bangladesh questo sconosciuto: in questo momento avvolto in una nube di dolore. Per ricostruire a distanza il rapporto con questo paese mai così lontano dall'Italia dopo la strage di Dacca, può servire l'emozionante opera del giovane fotografo bengalese Tuhin Uddin Milon. L'8 luglio alle 18.30 inaugura negli spazi del Comi a Roma, la sua personale ''Mio Bangladesh dorato (Amar sonar Bangla)'', aperta fino al 14 luglio. L'artista che da anni vive, lavora e studia a Roma, con il suo sguardo, che spazia dal sociale al mondo del lavoro passando per il gioioso festival dei colori (festività Induista) vuole far conoscere il suo Paese, luogo da cui provengono una buona parte degli immigrati italiani.
''Mai come in questo momento, di grande dolore per tutti - dice all'ANSA Tuhin Uddin Milon - è importante far conoscere il Bangladesh agli italiani. Il Bangladesh è un Paese a maggioranza musulmana molto povero e molto popolato, dove fino a qualche anno fa tutte le religioni convivevano pacificamente''. L'artista continua dicendo: "Credo di poter parlare a nome di molti quando dico che il problema di questa ondata di violenza sia politico e non religioso e credo di interpretare il pensiero di molti quando dico che quello che sta succedendo vorremmo che non accadesse più. Penso che i Governi debbano fare qualcosa prendendo decisioni importanti ma sono anche certo che sia dovere di tutti noi portare un messaggio di pace nella vita di tutti i giorni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA