Un pezzo di storia di Cagliari è
stato riconsegnato alla città con il completamento dei lavori di
restauro della tomba di Rubellio, monumentale sepolcro del
complesso funerario di età romana alle pendici del colle di
Tuvixeddu, dove si trova la necropoli punica più grande del
Mediterraneo.
L'intervento, durato circa due anni, è stato finanziato da
Arcus S.p.A. (ora incorporata in Ales S.p.A.) per un importo
pari a 270 mila euro. Ha interessato sia il sepolcro fatto
realizzare nella prima età imperiale romana da Caio Rubellio per
sé e per le sue due mogli, come riportato nell'epigrafe che ne
sovrasta l'ingresso, sia le tre tombe ad esso adiacenti.
L'obiettivo prefissato era quello di contrastare il degrado del
banco roccioso. Si tratta - hanno spiegato esperti e studiosi
questa mattina in una conferenza stampa - del primo intervento
conservativo di tombe a camera ipogeica nell'area urbana di
Cagliari, che ha consentito di mettere a punto le metodologie
più adeguate al mantenimento dei calcari locali da adottare
anche nei futuri interventi. "Un lavoro di grande impatto - ha
detto il Soprintendente Archeologo Marco Edoardo Minoja durante
l'illustrazione dell'intervento insieme all'Università di
Cagliari (presente tra gli altri il direttore del Dipartimento
di Storia Beni Culturali e Territorio Francesco Atzeni) - anche
perché restituisce alla città un sito lasciato per tanto tempo
al degrado: veniva usato come casa per i senza tetto. Questo
intervento si inserisce in un quadro più ampio che comprende il
consolidamento della Grotta della vipera, l'area "spiga e pesci"
all'inizio di viale Sant'Avendrace. Tutto questo grazie
all'impegno delle amministrazioni interessate".
L'intervento è stato completato nel 2015 con il contributo di
16 mila euro del Comune di Cagliari, che ha consentito di pulire
e mettere in sicurezza altri due ambienti funerari attigui,
ampliando così il percorso di visita.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA