Delle statue sa rintracciare l'aspetto umano. Sa coglierne l'espressione, il movimento, i gesti. Una ricerca durata dieci anni ha portato il fotografo francese Olivier Roller a esplorare i volti del potere, sotto diversi punti di vista, e giunge al Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, a Roma, in una mostra allestita fino al 17 luglio nell'ambito della stagione artistica dell'Institut français "La Francia in scena". La modella Claudia Schiffer e l'imperatore Giulio Cesare, l'attrice Jeanne Moreau e il re Luigi XIV sono solo alcuni dei ritratti esposti in "Immagine e Potere": 18 opere del fotografo francese ritraggono i potenti del mondo di oggi, protagonisti della politica, dei media e della finanza internazionale, e statue romane della scultura classica in un'esposizione "site specific", che mette in relazione gli scatti di Roller con le sculture di divinità e imperatori romani della collezione di Palazzo Altemps. Invitato dal Louvre a fotografare le sculture più significative della Roma antica, ha creato un modo nuovo di rivelarne l'importanza. La sua ricerca gli ha aperto le porte dei più importanti musei del mondo, come il Louvre, i Musei Capitolini, il British Museum, e lo ha consacrato nell'olimpo dei grandi protagonisti della fotografia mondiale, tanto che la Maison Européenne de la Photographie ha recentemente acquisito 17 sue opere. "Roller non è interessato alla bellezza: - ha commentato Paulo Pérez Mouriz, curatore della mostra insieme con Guillaume Maitre - l'idea è indagare oltre la superficie, rintracciare l'aspetto psicologico di questi personaggi". Il fotografo racconta, infatti, come l'attrice Jeanne Moreau "fosse spiazzata dalla mancata richiesta di sorrisi forzati da copertina". "Fare un ritratto - ha spiegato poi l'artista - è come dare l'assedio a una fortezza e infine conquistarla". Nel caso di personaggi odierni, Roller sceglie una prospettiva che parla allo spettatore prima ancora del soggetto ritratto: emblematico è il caso del capo dei servizi segreti francesi che, fotografato di spalle, rappresenta il potere non visibile, il potere che c'è ma è nascosto. L'artista si impossessa dell'anima dei soggetti che ritrae per mostrarne i dettagli che tutti possono vedere ma che sfuggono all'occhio comune. Utilizza un gioco di luce e ombra in cui emergono tratti, espressioni, rughe impercettibili a una visione complessiva. "Non cerco una luce che illumini ma che vesta, - ha detto - come se uscisse dalla pelle della persona piuttosto che posarsi su di lei".
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