"In Italia si pensa ancora al
museo come a un semplice luogo di custodia degli oggetti che vi
sono contenuti, ma questo deve cambiare: i nostri musei devono
rivivere come luoghi dove si va e poi si torna, un po' come
succede nel mondo anglosassone". A New York per un 'vertice' di
due settimane con altri 12 direttori di musei di tutto il mondo,
la direttrice del Bargello di Firenze Paola d'Agostino fa il
punto su un'esperienza che l'ha messa in dialogo con altre
realtà museali, unite da un obiettivo comune: costruire
attraverso questo confronto il museo del XXI secolo.
"Siamo stati in grado di paragonare successi e insuccessi,
modelli basati su un sistema pubblico come il nostro e quello
anglo-americano che si fonda soprattutto sul privato", ha detto
all'ANSA la D'Agostino che è arrivata al Bargello - e agli altri
quattro musei collegati che includono Cappelle Medicee, Casa
Martelli, Palazzo Davanzati e Orsanmichele - il primo dicembre
tra i venti 'superdirettori' chiamati da Dario Franceschini.
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