"A" come autodidatta, "B" come
battaglia, "C" come cronaca. Letizia Battaglia, fotografa,
giornalista e militante palermitana, può riempire un intero
alfabeto con le parole simbolo della sua vita, del suo impegno,
del suo sguardo oltre i confini dell'oggettivo. All'Accademia di
Francia a Roma, durante un incontro a lei dedicato ha detto
"Sono sempre contenta di parlare con i giovani - ha spiegato
all'ANSA -, che vita d'impegno sarebbe se non venisse trasmessa
alle persone più desiderose di avere dei riferimenti?". Un
impegno, il suo, che però non sembra avere molti eredi: "I
giovani, con la fotografia, tentano di creare i loro pensieri -
ha detto - ma non si misurano più con il mondo e questo mi
dispiace molto. C'è pochissimo, quasi niente, di reportage, di
indagine sul mondo, sulla tragedia, sul bello". E la colpa, per
la fotoreporter, è "dei giornali che, non avendo una cultura
fotografica, non pensano di ospitare, con intelligenza e con
generosità, il lavoro dei fotografi.
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