Per gentile concessione di Rizzoli
pubblichiamo in anteprima, in accordo con MalaTesta Lit. Ag.
Milano, l'incipit di 'Stirpe e vergogna' di Michela Marzano che
sarà in libreria il 5 ottobre 2021.
Ecco il testo:
"Michela Marzano non esiste. Atto di nascita, passaporto, carta
d'identità, certificato di matrimonio: tutto attesta che la
persona nata a Roma il 20 agosto 1970 è Maria Marzano.
'Perché Maria, papà?' Sono alle elementari, sto compilando un
modulo e mio padre dice che, in basso a destra, devo firmare
'Maria'. Nonostante i miei genitori mi abbiano sempre chiamato
Michela, i miei amici e i miei compagni di classe mi chiamino
Michela, mi chiami Michela pure la maestra, papà pretende che il
mio vero nome sia Maria.
Quando nacqui, e mio padre andò a registrarmi all'anagrafe, fece
scrivere: 'Maria' virgola 'Michela' virgola 'Rosa'. Dovevo
chiamarmi 'Maria Michela' virgola 'Rosa', in modo che sui
documenti, accanto a Maria, il nome che mi era stato dato per il
voto fatto alla Madonna quando mamma non riusciva a rimanere
incinta, potesse sempre figurare Michela - certo, la nonna c'era
rimasta male quando le avevano detto che Rosa sarebbe stato solo
il mio terzo nome. 'Basta con tutte queste Rosa, Rosaria,
Rosetta, Rosella!' le aveva detto mio padre. 'Ce ne sono già
tante in famiglia'; allora mia madre aveva proposto
Manuela; poi, con papà, si erano accordati su Michela: non c'era
stata nessuna Manuela in famiglia, ma c'era stato un Michele, il
nonno materno di mio padre, il dottor Michele Campo. Quando papà
arrivò all'anagrafe, però, pare fosse accompagnato da un amico
che lo convinse a registrarmi aggiungendo una virgola anche tra
Maria e Michela. Pare che l'amico gli avesse detto che i doppi
nomi creavano sempre enormi problemi, che ognuno li avrebbe
interpretati a modo suo aggiungendo inutili trattini o
eliminando ora un nome ora l'altro. Pare che avesse talmente
insistito che, alla fine, mio padre gli aveva dato ragione.
Sebbene si trattasse del nome di sua figlia, non di quello della
figlia del suo amico. E che di quest'amico, tra l'altro, si
siano nel frattempo perse le tracce.
Risultato: in nessun documento ufficiale compare Michela, il
nome che avevano scelto i miei genitori e con il quale mi hanno
sempre chiamata tutti. Il nome con cui firmo libri e articoli, e
che mi fa girare per strada se qualcuno mi chiama. 'Michela?' E
io mi fermo, mi volto, cerco con lo sguardo chi mi abbia
chiamato. 'Maria?' Non mi fermo, non mi volto, vado avanti.
Maria? E chi è? L'unico pezzo di carta in mio possesso che provi
che non mi chiamo soltanto Maria, e mi permetta quindi di
recuperare all'ufficio postale una lettera raccomandata inviata
a Michela Marzano senza dover litigare con l'impiegato che non
sente ragione - 'E io come faccio a sapere che Michela è lei, se
sulla carta d'identità c'è scritto solo Maria? Potrebbe essere
una raccomandata per sua madre o sua sorella o sua figlia,
capisce?
Mi spiace, signora, ma la lettera non gliela posso proprio
consegnare, è inutile che si innervosisca' -, è il certificato
di battesimo.
Ma il certificato di battesimo non ha alcun valore legale. Per
lo Stato, sono Maria e basta. Per lo Stato, Michela Marzano non
esiste.
'E tu come ti chiami, papà?' Sull'attestato delle elementari,
alla fine, ho firmato 'Maria'. Nonostante le proteste, ha vinto
mio padre.
'Che domande fai, Michela?' 'Lo so che ti chiami Ferruccio. Ma
Ferruccio e basta?' 'Ferruccio e basta, sì. Ferruccio come nonno
Ferruccio, il padre di mio padre. Poi la mamma volle aggiungere
pure Michele, come suo padre, e Arturo, come il marito, ma sono
nomi che non contano, un po' come Rosa nel tuo caso; sui
documenti, sono solo Ferruccio Marzano.'
A parte sul certificato di battesimo, penso a distanza di più di
quarant'anni quando, frugando nei cassetti della scrivania di
mio padre, trovo una vecchia fotocopia. È il settembre del 2019,
è passato poco più di un mese dalla nascita di Jacopo, il figlio
di mio fratello Arturo, e sono venuta a Roma per trascorrere
alcuni giorni con i miei genitori. Ho bisogno di fare un punto
sulla mia vita, di farmi raccontare da mamma e papà qualcosa in
più della loro storia. L'arrivo di Jacopo mi ha spiazzato. È
come se, all'improvviso, mi fosse crollato addosso il mondo.
Perché, alla fine, solo io mi ritrovo senza figli? Vent'anni di
analisi buttati nella spazzatura! penso prendendo in mano la
fotocopia del certificato di battesimo di mio
padre".
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