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Minatori italiani in Belgio, 70 anni dopo un fumetto

Minatori italiani in Belgio, 70 anni dopo un fumetto

ROMA, 30 novembre 2020, 21:00

Agnese Malatesta

ANSACheck

Marcinelle: Capone(Ugl), in Belgio con 'Lavorare per vivere ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Marcinelle: Capone(Ugl), in Belgio con  'Lavorare per vivere ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Marcinelle: Capone(Ugl), in Belgio con 'Lavorare per vivere ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Settant'anni di storia italiana in Belgio. Una storia di migrazione economica del dopoguerra per migliaia di connazionali alla ricerca di una vita decorosa. E' la storia dei lavoratori nelle miniere di carbone, e delle loro famiglie, dove la tragedia di Marcinelle dell'agosto 1956, che fece 262 vittime di cui 136 italiane, è ancora oggi una pietra dolorosamente incancellabile. Vicende protagoniste di un fumetto che racconta quegli anni, testo e disegni di Antonio Cossu, artista belga di origine sarda, dal titolo 'Una storia importante. 70 anni di immigrazione in Belgio e oltre'. Un progetto del Ministero degli affari esteri e del Comitato degli Italiani all'Estero, realizzato in occasione della XX Settimana della lingua italiana dedicata quest'anno al fumetto, che si è svolta di recente.
    Fatti storici che scorrono via via in disegni ed immagini che non cedono alla varietà di colori ma si mantengono sui toni del marrone, chissà se per richiamare le cupe ambientazioni delle miniere. Al centro della migrazione in Belgio, il carbon fossile, la necessità di avere forza lavoro, la massiccia campagna di reclutamento in un Italia povera ma vogliosa di benessere e quindi la scelta di espatriare. Ecco il 'treno del sole', pieno di uomini e donne, bambini, valigie, l'entusiasmo e la speranza negli occhi. Una immigrazione di massa, non solo di italiani, trainata dal bisogno economico e sociale, che doveva essere provvisoria. Ospitati inizialmente nei campi costruiti dai nazisti per i prigionieri (nel 1956 erano ancora 3389 le famiglie che vivevano in queste baracche), i nuovi lavoratori hanno dovuto fare i conti con discriminazioni e preconcetti, emarginazioni; spesso l'italiano single è visto come Don Giovanni e quindi da evitare.
    E poi lo choc di molti, la realtà di un lavoro fatto sottoterra, inimmaginabile: l'angoscia quotidiana del calarsi con le gabbie, la chiusura per ore e ore alla luce e all'aria. La strage di Marcinelle, un trauma per la comunità, due settimane per recuperare i corpi, uno squarcio drammatico nella vita di questi uomini e delle loro famiglie. Cominciano le lotte sindacali e le battaglie per la salute dei lavoratori: finalmente nel 1963 la silicosi è riconosciuta malattia professionale. Piano piano nel paese comincia la ripresa economica. Il tessuto sociale ne beneficia, l'integrazione prende forma e si consolida con la seconda generazione. Attualmente sono 284 mila i cittadini italiani che risiedono stabilmente in Belgio.
    Settant'anni dopo l'inizio di questa migrazione (attualmente sono 284 mila i cittadini italiani che risiedono stabilmente in Belgio), il fumetto di Cossu non si ferma a raccontare i momenti clou del periodo ma guarda ad un futuro di accoglienza ed integrazione. I primi disegni, infatti, ricordano simbolicamente che Bruxelles è la città che ospita numerose istituzioni europee e internazionali; quindi, è riportata la frase di uno dei fondatori dell'Unione europea, il francese Robert Schuman: "L'Europa è la trasposizione in realtà di quella che finora era solo un'idea".
   

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