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La Scala riparte con il Requiem, stagione distanziata

La Scala riparte con il Requiem, stagione distanziata

Il concerto in Duomo per le vittime Covid. Standing ovation, in piedi anche Mattarella

MILANO, 05 settembre 2020, 10:31

Redazione ANSA

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Requiem Verdi: standing ovation, in piedi anche Mattarella. Uff stampa Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Requiem Verdi: standing ovation, in piedi anche Mattarella. Uff stampa Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Requiem Verdi: standing ovation, in piedi anche Mattarella. Uff stampa Quirinale - RIPRODUZIONE RISERVATA

 È finito con una standing ovation con tutto il pubblico in piedi ad applaudire, presidente della Repubblica incluso, il Requiem di Verdi che il coro e l'orchestra della Scala hanno eseguito sotto la direzione di Riccardo Chailly con cui Sergio Mattarella ha scambiato una parola. Mentre ancora continuava il lungo applauso Mattarella ha fatto i complimenti anche al direttore del coro Bruno Casini. L'esecuzione del Requiem si è conclusa nel giusto raccoglimento, spezzato dall'applauso solo quando si sono riaccese le luci e il duomo si è illuminatoba giorno.

 Un tributo ai morti perché non si può e non si deve dimenticare, ma anche un invito ad andare avanti e ricominciare: ha voluto essere questo la Messa da Requiem eseguita questa sera nel duomo di Milano dal coro e dall'orchestra della Scala dirette - a organico pieno per la prima volta dall'esordio della pandemia di Covid a fine febbraio - dal direttore musicale Riccardo Chailly, che così inaugura una fitta stagione di impegni.
Anche per questo ha deciso di essere presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che prima di un altro Requiem - quello di Donizetti eseguito al cimitero di Bergamo lo scorso 28 giugno - aveva esortato proprio a riflettere sugli errori compiuti ma anche a ricominciare.
Della sua "parola sapiente, incoraggiante, capace di creare consenso" lo ha ringraziato l'arcivescovo Mario Delpini convinto che in momenti così difficili, in una terra che ha avuto 'le sue ferite, i suoi troppi morti, i troppi malati" e che ha conosciuto "le umiliazioni dell'impotenza" e anche "le meschinità delle beghe, le banalità dei discorsi, le contrapposizioni pretestuose" serva "una alleanza, una coralità per affrontare insieme le sfide e le lacrime di questo tempo".
Una alleanza che si è tradotta anche nell'unione di due simboli di Milano, il duomo e la Scala.

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