"Quello con Germano Celant è stato un rapporto più che fraterno, ci conosciamo e lavoriamo insieme dalla metà degli anni Sessanta. Abbiamo avuto così tanto da dire e da fare insieme....". Convalescente nella sua casa di Biella, anche lui colpito dal Coronavirus che lo ha tenuto quattro settimane in ospedale, Michelangelo Pistoletto piange l'amico e il compagno di lavoro. "Felice di essere vivo, certo, ma infelice per la morte di Germano". Anche in questi mesi- racconta in una conversazione con l'ANSA,- "stavamo lavorando insieme, Germano si stava occupando di un catalogo ragionato della mia opera". Un lavoro che purtroppo ora resta incompiuto.
Celant, sottolinea Pistoletto, è stato molto più di un critico d'arte, "lui per l'arte povera ha avuto una funzione straordinaria, non ha solo criticato, ha creato insieme con gli artisti, senza di lui il movimento dell'arte povera non avrebbe avuto un nome. E poi ha avuto una lunga carriera internazionale, negli Stati Uniti e non solo, il suo è stato un contributo fondamentale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA