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Opera Roma, in scena I Masnadieri, Sturm und Drang nel gotico

Opera Roma, in scena I Masnadieri, Sturm und Drang nel gotico

Popolizio al Costanzi per prima regia lirica, sul podio Abbado

ROMA, 16 gennaio 2018, 13:25

Marzia Apice

ANSACheck

Opera Roma: I Masnadieri, Sturm und Drang nel gotico - RIPRODUZIONE RISERVATA

Opera Roma: I Masnadieri, Sturm und Drang nel gotico - RIPRODUZIONE RISERVATA
Opera Roma: I Masnadieri, Sturm und Drang nel gotico - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) - Sarà come immergersi nelle passioni dello Sturm und Drang ma con atmosfere gotiche, in un vero e proprio dramma del desiderio: è questa l'esperienza che l'attore Massimo Popolizio proporrà al pubblico dell'Opera di Roma domenica 21 gennaio, quando porterà in scena I Masnadieri di Giuseppe Verdi, un nuovo allestimento in replica fino al 4 febbraio con Roberto Abbado a dirigere l'orchestra. Per l'attore, che il prossimo 1 febbraio sarà al cinema con il film Sono tornato di Luca Miniero (dove si calerà nei panni di Benito Mussolini), questo titolo sancisce il debutto nella regia lirica: "Che fortuna fare I Masnadieri, è un momento importante per la mia carriera, ho accettato subito quando mi hanno proposto di fare il regista.

Chissà se me lo faranno fare ancora da grande", scherza Popolizio alla presentazione al Costanzi, spiegando di aver voluto privilegiare la forza della musica, mettendo la propria arte "completamente a servizio di ciò che era già scritto". "In prosa siamo liberi di determinare il ritmo di ciò che facciamo, in musica i ritmi sono già prestabiliti", dice, "il mio valore aggiunto è che essendo attore posso avere un rapporto diverso con i cantanti, portando la mia esperienza di palcoscenico". Rappresentata solo una volta al Costanzi nel 1972, l'opera verdiana, su libretto di Andrea Maffei tratto da Die Rauber di Friedrich Schiller, racconta la vicenda di potere e intrighi della casata dei Moor, in cui lo scontro tra i fratelli Carlo e Francesco è reso ancora più aspro perché i due si contendono l'amore della stessa donna, che poi verrà uccisa. Con Popolizio questo titolo sarà proposto non in versione attualizzata, come spesso accade nelle regie contemporanee, ma retrodatata al Medioevo, con un'estetica spiccatamente gotica, che vira sui toni del bianco e del nero. "Questo lavoro sembra un Bignami di Schiller.

E' un'opera di conflitti dove nessuno ottiene ciò che vuole e dove c'è un continuo desiderio non appagato", prosegue, "è popolare come Il trono di spade, ma in versione più alta ovviamente. L'ho immaginata come un tumulto di passioni più che come una rivolta nei confronti della società, riportandola al suo DNA shakespeariano. La scenografia è gotica, e c'è un uso drammaturgico dei ponti. E ho trasformato i masnadieri in mercenari".

Popolizio, attore ronconiano, dice di non avere "l'ambizione né la pazzia di sembrare Ronconi, ma il movimento della scena come parte della drammaturgia, quello sì, mi è rimasto". Con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Roberto Venturi, i video di Luca Brinchi e Daniele Spanò e la direzione del coro affidata a Roberto Gabbiani, il pubblico vedrà sul palco Stefano Secco e Giuseppe Altomare nei panni di Carlo, Artur Rucinmski e Andeka Gorrotxategui in quelli di Francesco e, nel ruolo di Amalia, il soprano Roberta Mantegna, diplomatasi a Fabbrica, il vivaio dell'Opera di Roma. "Ai cantanti non è tanto la recitazione che chiedo, quando di stare nello spazio in un certo modo", conclude il regista, "ho cercato di stare vicino a loro in questo senso, perché di certo non sono attori. Loro sono stati molto disponibili e questa è una novità, perché magari anni fa i cantanti non lo avrebbero fatto".
 "I Masnadieri è una grande opera, che esprime un senso di ribellione nei confronti di una società rigida", spiega il Maestro Abbado, "grazie al libretto di Maffei il lavoro di Schiller è stato adattato alla lirica. Non è un'opera minore di Verdi, perché si sente l'eredità di compositori come Rossini, Bellini e Donizetti, con qualcosa di nuovo. Non è un capolavoro, ma di certo è un'opera bellissima".
   

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