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Pavarotti, a 10 anni dalla morte l'emozione non finisce

Pavarotti, a 10 anni dalla morte l'emozione non finisce

Evento all'Arena, rivivono i Tre Tenori con Carreras e Domingo

VERONA, 07 settembre 2017, 15:14

dell'inviata Claudia Fascia

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Pavarotti, a 10 anni dalla morte l 'emozione non finisce - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pavarotti, a 10 anni dalla morte l 'emozione non finisce - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pavarotti, a 10 anni dalla morte l 'emozione non finisce - RIPRODUZIONE RISERVATA

Emozioni e ricordi. Ricordi ed emozioni. All'Arena di Verona la serata per celebrare Luciano Pavarotti, a 10 anni esatti dalla sua morte, è stata ad alto tasso emozionale. Amici e colleghi si sono dati appuntamento nel teatro romano della città scaligera per "Pavarotti: un'emozione senza fine", il concerto evento, trasmesso in diretta da Rai1 con la conduzione di Carlo Conti.
    Immagini di repertorio che hanno spaziato dalle prime interpretazioni liriche alla divertente e impensabile partecipazione accanto a Fabio Fazio al Festival di Sanremo nel 2000; ricordi personali e aneddoti raccontati da chi lo ha conosciuto e vissuto da vicino; duetti virtuali con gli amici Placido Domingo e Josè Carreras che hanno ricreato le atmosfere rimaste indelebili dei Tre Tenori per My Way (dal concerto a Los Angeles nel 1994), con Eros Ramazzotti per Se bastasse una canzone (nel Pavarotti & Friends del 1998), con il flauto di Andrea Griminelli e Fiorella Mannoia in Caruso (dal Pavarotti & Friends del 2001).
    Una lunga carrellata di oltre tre ore che ha ripercorso la storia umana e artistica del grande tenore, amato e conosciuto in tutto il mondo. "Abbiamo cercato il filo conduttore della storia di Luciano. E abbiamo trovato la frase che racchiude tutto: 'Voglio essere ricordato come l'uomo che ha portato la lirica alle masse', amava dire. Ed è quello che ha fatto per tutta la sua vita", ha spiegato poco prima dell'inizio dello show Nicoletta Mantovani, vedova di Pavarotti. E proprio la frase pronunciata dal tenore, in una vecchia registrazione, ha idealmente dato il via a quella che Carlo Conti ha definito "una festa, dove lasciare che a trasportarci siano le emozioni".
    Ed emozione è stata. Palpabile. Sul palco, tra gli artisti che si sono alternati in nome di Big Luciano, e tra il pubblico che ha gremito l'Arena fino all'ultimo posto disponibile in gradinata. Generoso è stato uno degli aggettivi più utilizzati per ricordarlo. Generoso e disponibile, simpatico, carismatico.
    Impossibile non volergli bene, stando ai racconti di chi ha percorso con lui un pezzo di strada. Dopo un'anteprima con i ragazzi de Il Volo, che in qualche modo hanno raccolto l'eredità di Pavarotti portando il 'bel canto' nel mondo, con la soprano Angela Gheorghiu per Granada e un collegamento da Londra con il regista Ron Howard che sta realizzando un film sulla vita del tenore italiano, la serata è partita con la 'reunion' virtuale dei Tre Tenori: Josè Carreras e Placido Domingo hanno dato nuova vita ai Tre Tenori. Mentre intonavano My Way di Frank Sinatra, alle loro spalle Pavarotti in immagini d'epoca intonava la sua parte. Ma sono stati tanti gli artisti che hanno risposto con slancio all'appello: tra i primi Zucchero, che partecipò a tutte le edizioni del Pavarotti & Friends e che nel 1992 convinse il Maestro a cantare al suo fianco l'aria di Miserere. E con Miserere e Così celeste Pavarotti è tornato, in altri duetti virtuali, a far risuonare la sua voce potente. Oltre alle interpretazioni dei tenori Fabio Armiliato, Francesco Meli e Vittorio Grigolo (che ha cantato anche la romanza 'Luciano', scritta per l'occasione da Nicola Piovani), in nome della contaminazione di genere, della musica senza frontiere, toccante l'interpretazione di Imagine di Giorgia, dell'Ave Maria di Nek, di Massimo Ranieri e Angela Gheorghiu in Te voglio bene assaje, dei 2Cellos con La donna è mobile e 'O sole mio. Non sono mancati i ricordi di Fabio Fazio ("curava tutto con il parmigiano"), di Alex Del Piero che ha rivelato la fede bianconera di Pavarotti, di Andrea Bocelli che in collegamento da Roma ha intonato Ah, mes amis.
    Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto arrivare a Nicoletta Mantovani una lettera: "la sua potente voce uno strumento di pace e solidarietà verso i più bisognosi. L'immensa eredità culturale trasmessa dal grande tenore modenese appartiene al patrimonio universale della musica", ha scritto il presidente.
    Una parte dell'incasso della serata (la solidarietà è sempre stato un aspetto centrale per Pavarotti) sarà devoluto all'UNHCR a sostegno dei rifugiati, oltre a una raccolta fondi destinata alla Casa Museo.  

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