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Boldini, la Falconiera e gli anni macchiaioli

Boldini, la Falconiera e gli anni macchiaioli

Dal 9/9 a Pistoia ciclo pittorico e dipinti del periodo toscano

PISTOIA, 03 settembre 2017, 11:13

Redazione ANSA

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Giovanni Boldini (Ferrara 1842 Parigi 1931) Scorcio della stanza (Decorazione della sala da pranzo della Falconiera), 1868 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Boldini (Ferrara 1842 Parigi 1931) Scorcio della stanza (Decorazione della sala da pranzo della Falconiera), 1868 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 Parigi 1931) Scorcio della stanza (Decorazione della sala da pranzo della Falconiera), 1868 - RIPRODUZIONE RISERVATA

di Nicoletta Castagni

PISTOIA - La produzione giovanile di Giovanni Boldini, quella poco conosciuta e quasi mai rappresentata degli esordi macchiaioli, sarà al centro di una grande mostra allestita dal 9 settembre al 7 gennaio negli spazi dei Musei dell'Antico Palazzo dei Vescovi di Pistoia. Esposto il ciclo pittorico della Villa della Falconiera, realizzato dal maestro all'età di 25 anni, ma riscoperto intorno al 1938, cui saranno affiancati 16 dipinti, a ribadire lo straordinario vigore creativo degli anni toscani (1864-1871), prima che Boldini si trasferisse a Parigi e diventasse il ritrattista più conteso della Belle Epoque.

La mostra, intitolata 'Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera', è tra gli avvenimenti di punta di Pistoia Capitale della cultura ed è stata messa a punto con la curatela di Francesca Dini in collaborazione con Andrea Baldinotti e Vincenzo Farinella. Lo scopo è di valorizzare le pitture murali realizzate dall'artista ferrarese in età giovanile e oggi, in seguito a numerose vicissitudini, interamente custodite proprio all'interno dell'Antico Palazzo dei Vescovi (gestito da Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia). Eseguita nel 1868, dell'opera monumentale, che rappresenta un unicum in Europa, si persero infatti le tracce e fu riscoperta solo grazie all'impegno della vedova Emilia Cardona Boldini, cui il pittore aveva accennato senza però dare indicazioni precise. Dopo un lungo girovagare, la Cardona riuscì a riconoscere nella Villa La Falconiera, ormai in stato di degrado, quella sala da pranzo che il famoso marito aveva affrescato su invito della mecenate inglese Isabella Falconer. La vedova decise quindi di acquistare la proprietà, trasferendovi poi da Parigi tutte le cose appartenute a Boldini, dalle suppellettili ai dipinti.

La conoscenza di questo importante ciclo pittorico è stata tuttavia graduale, e soltanto dopo il distacco dai muri della villa (nel 1974), il restauro e la collocazione nel Palazzo dei Vescovi è divenuto oggetto di studi. La mostra documenta dunque un periodo che resta a tutt'oggi pressoché sconosciuto al largo pubblico e che vede l'artista poco più che ventenne muoversi tra Pistoia, Firenze e Castiglioncello, al centro di una rete di importanti relazioni che ne segnarono positivamente l'inarrestabile ascesa, culminata a Parigi.

Una personalissima adesione alla Macchia, quella di Boldini, che nelle tempere murarie della villa toscana, sotto l'influenza della nobildonna inglese, iniziava a elaborare innovative scelte iconografiche. Il percorso espositivo rende inoltre conto dell'intero periodo macchiaiolo di Boldini, presentando 16 capolavori realizzati tra il 1864 e il 1871 e provenienti da collezioni pubbliche e private. Tra questi figurano la 'Marina', custodita a Milano, che ha una trasposizione a tempera in una scena nel ciclo della Falconiera, i ritratti di Telemaco Signorini e di Cristiano Banti (da Palazzo Pitti), artisti molto legati a Boldini. Di grande interesse, il 'Giovane paggio che gioca con un levriero', innovativo per posa e colori, il raffinato ritratto di Alaide Banti in abito bianco e quello del Generale Spagnolo, eseguito durante l'inverno trascorso in Costa Azzurra con la signora Falconer (tra novembre 1867 e marzo 1868), considerato il dipinto che ha proiettato il giovane Boldini nell'emisfero dei maggiori ritrattisti a cavallo tra XIX e XX secolo.

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