/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ozpetek, la mia Istanbul tra paura e nostalgia

Ozpetek, la mia Istanbul tra paura e nostalgia

'Il mio non è film politico, racconto inquietudine della gente'

ROMA, 24 febbraio 2017, 17:27

Francesco Gallo

ANSACheck

Rosso Istanbul - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rosso Istanbul - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rosso Istanbul - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Dedica alla madre (morta da poco), a inizio film, e operazione nostalgia nel segno dell'amarcord quella di Rosso Istanbul, undicesimo film di Ferzan Ozpetek in sala dal 2 marzo con 01 in 200 copie. Mentre, su questo ritorno a girare in una Turchia piena di tensioni e alla vigilia del golpe che ha reso ancora più forte Erdogan, solo poche parole da parte del regista de Le fate ignoranti: "Non sono voluto entrare in un discorso politico, ma raccontare piuttosto quell'atmosfera sospesa, l'inquietudine dei personaggi per quello che stava per accadere".
    Girato interamente a Istanbul con attori turchi, e liberamente tratto dal libro omonimo di Ozpetek (Mondadori), il film racconta il ritorno dall'estero a Istanbul dello scrittore-editore Orhan Sahin (Halit Ergenc) su invito del famoso regista Deniz Soysal (Nejat Isler) per lavorare al suo libro (due personaggi, quest'ultimi, pieni di riferimenti ad Ozpetek). Fin dall'inizio, il riservato Orhan entra nella bizzarra famiglia del misterioso Deniz. Incontra l'ingombrante madre e soprattutto Neval (Tuba Buyukustun) e Yusuf (Mehmet Gunsur) i due personaggi a cui Deniz è più legato. A un certo punto il regista scompare e il ritorno a casa di Orhan si riempie, allo stesso tempo, di un amore impossibile, di nostalgia e anche dalla voglia di tornare a creare in prima persona". Sceneggiato dal regista con Gianni Romoli e Valia Santella, Rosso Istanbul è stato girato in circa sette settimane con un budget italo-turco di cinque milioni e mezzo.
    "Certo che ci sono ricordi in questo film. Ad esempio quando la famiglia di Deniz trasloca dalla sua casa sul Bosforo, mi ha ricordato la mia infanzia quando abbiamo appunto traslocato in un appartamento dovendo lasciare parte dei nostri mobili ricoperti da lenzuoli come fantasmi - spiega oggi a Roma Ozpetek -. Anche il personaggio della madre di Deniz l'ho rappresentata proprio come era la mia. Mio fratello mi ha chiamato per questo dicendomi: l'hai fatta come mamma".
    Sul fronte politico "ho preferito raccontare solo le atmosfere, quello che è cambiato nelle persone. Se giri per Istanbul non avverti certo quello che senti in tv. Potevo mettere degli scontri, sarebbe stato facile, ma non potevo non raccontare le 'madri del sabato' (gruppo di donne che si ritrovano a piazza Galatasaray a Beyoglu Istanbul per protestare contro le tante sparizioni, ndr) e poi anche far sparire il protagonista del film, una cosa che accade spesso purtroppo ad Istanbul".
    Va detto che Rosso Istanbul inizia con una data, quella del 13 maggio 2016: "Un modo per far capire che è stato girato prima del golpe in Turchia del 15 luglio. Così questo lavoro diventa un po', a modo suo, un film storico - aggiunge -. Certo, l'atmosfera e un certo clima si sentivano mentre giravamo. Un uomo si è fatto esplodere mentre eravamo sul set, ma in una città di 19 milioni di abitanti alla fine certe cose non si avvertono troppo".
    Che la sua Turchia si stia, con Erdogan, allontanando dalla laicità, implicitamente lo riconosce quando dice alla fine dell'incontro stampa: "è di poche ore fa la notizia del via libera al velo islamico nelle Forze Armate scuole, atenei, servizio civile e polizia".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza