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Mostre: dalla Via della Seta a Fontana e Manzù

Mostre: dalla Via della Seta a Fontana e Manzù

A Milano la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca

24 dicembre 2016, 11:55

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Mostre: Italia anni '70 di Giorgio Ortona al Macro Testaccio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mostre: Italia anni  '70 di Giorgio Ortona al Macro Testaccio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mostre: Italia anni '70 di Giorgio Ortona al Macro Testaccio - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Roma i preziosissimi reperti che raccontano nelle sale del Palazzo del Quirinale l'incontro millenario tra culture e civiltà sulla Via della Seta, a Milano il capolavoro di Piero della Francesca, la splendida Madonna della Misericordia', eccezionalmente esposto a Palazzo Marino: queste le mostre di maggior richiamo che si aprono nel ponte dell'Immacolata. Che vede anche, sempre nella capitale e ad Ardea, una rassegna che riunisce, nel segno della ricerca di spiritualità, le opere di Giacomo Manzù e Lucio Fontana.

    ROMA - Ceramiche, mappe, Budda e Bodhisattva, tessuti preziosi, la Via della Seta, quella antica, ma anche la nuova che va delineandosi negli ultimi decenni, è in mostra fino al 26 febbraio negli spazi del Palazzo del Quirinale. Esposti 80 straordinari reperti che raccontano una storia infinita di intrecci e relazioni tra occidente ed estremo oriente, in uno scambio culturale e di civiltà che non si è mai fermato a partire dal V millennio a.C.. Con il titolo 'Dall'antica alla nuova Via della Seta', l'importante rassegna è articolata in due ampie sezioni e prende il via con le prime testimonianze di questo incontro di civiltà, soprattutto con le contaminazioni tra estremo oriente e mondo greco, in seguito alle imprese di Alessandro Magno. Le placche della Mongolia mostrano le tigri e i cervi con il signore degli animali, che rimanda a una divinità dell'antica Grecia, mentre la tavoletta cuneiforme è una sorta di manuale per le transazioni di materiali come lo stagno o i lapislazzuli, prevedendo persino l'impiego di interpreti. Si prosegue con spettacolari esempi di arte del Gandhara, in cui sono evidenti i richiami all'arte classica fatta conoscere dal condottiero macedone, allievo di Aristotele. Splendido il rilievo funerario proveniente da Palmira, nella Siria centrale, come bellissime sono le rappresentazioni di cammelli, cavalcati in queste piccole sculture non da cinesi, bensì da uomini di etnie euroasiatiche. Di particolare rilievo il cosiddetto 'Mappamondo di Fra' Mauro', commissionato dai portoghesi e il primo ad avere un'impostazione scientifica, con informazioni accuratissime, una rara copia del Milione di Marco Polo e il suo testamento, la seta e le altre pregiatissime stoffe, tanto anelate nelle corti europee. A ribadire il legame con l'arte occidentale, anche le statue di Budda e Bodhisattva dai ricchi panneggi in tutto simili a quelle delle sculture greche.

    MILANO - Palazzo Marino, nella Sala Alessi, ospita fino all'8 gennaio una delle opere più emblematiche del Rinascimento, la 'Madonna della Misericordia' di Piero della Francesca, pala centrale dell'omonimo polittico conservato al Museo Civico di Sansepolcro, città natale del pittore. Il capolavoro rappresenta il primo lavoro documentato del maestro quattrocentesco: lo scomparto centrale del Polittico della Misericordia, è stato infatti realizzato dall'artista per la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro tra il 1445 e il 1472. Una recente e approfondita campagna di restauro ha restituito al polittico (oggi ricostruito nel Museo Civico di Sansepolcro nel suo assetto originario) l'aspetto che lo caratterizzava prima del suo smembramento, nel XVII secolo.
    Per la valenza iconografica del soggetto, la Vergine Maria ritratta nel gesto di dare riparo ai fedeli proteggendoli sotto il suo mantello aperto, l'opera è stata appunto scelta dagli organizzatori quale emblematica conclusione dell'anno dedicato al Giubileo della Misericordia. L'eccezionale esposizione della preziosissima tavola, inoltre, vuole offrire ai visitatori l'occasione di scoprire anche gli altri dipinti di Piero della Francesca conservati alle Gallerie d'Italia, a Brera e al Museo Poldi Pezzoli, ripercorrendo così la sua straordinaria e rivoluzionaria vicenda artistica.

ROMA - Si intitola 'Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana' la mostra che da domani al 5 marzo è allestita nelle due sedi del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo a Roma e del Museo Giacomo Manzù di Ardea. All'indomani del secondo dopoguerra il tema dell'arte sacra appare tanto ampio quanto spesso venato di ambiguità. Giacomo Manzù rappresenta in tale contesto un punto fermo. Specie in questo periodo prova infatti a stabilire un dialogo vivo e fruttuoso con l'arte contemporanea, fra l'altro prendendo parte, nel 1949, al concorso per la porta di San Pietro in Vaticano. Nello stesso periodo, anche il grande Lucio Fontana tenta di rispondere a interrogativi molto simili, ad esempio partecipando al concorso per le porte del Duomo di Milano del 1950. Stabilire un ponte, un dialogo fra Manzù e Fontana significa dunque riportare alla luce una linea essenziale dell'arte, italiana e non solo, fra gli anni '50 e '60 del XX secolo.
   

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