CATHLEEN SCHINE, LE COSE CAMBIANO (MONDADORI, PP 300, EURO 19.50). La famiglia allargata e l'inevitabile invecchiare di tutti quelli che ne fanno parte. Cathleen Schine, l'autrice del bestseller 'La lettera d'amore', racconta come 'Le cose cambiano' (Mondadori) concentrandosi sul clan dei Bergman nel suo nuovo romanzo con cui è stata all'ultima edizione di Pordenonelegge.
"La vecchiaia è una realtà ma in America sembra quasi una sorta di insulto" dice la Schine che "e' molto preoccupata" per quello che sta succedendo nel suo paese in vista delle elezioni presidenziali di novembre. "E' incredibile che questa questione dell'essere troppo vecchi, della salute, sia discussa e portata alla luce soltanto quando si parla di Hillary che e' una donna e invece non se ne parli affatto per Trump che e' piu' vecchio e ha tante altre caratteristiche negative che non voglio stare qui ad elencare" dice la scrittrice. E aggiunge: "non so cosa succederà, so solo che tutti quelli che conosco sono preoccupati, non riescono a lavorare, non dormono di notte. E' veramente una situazione che crea inquietudine in tutti quelli che conosco e anche nel resto del Paese immagino. Ho avuto una vita politica attiva quando ero giovane, negli anni Sessanta, ma non ho mai visto nulla di cosi' folle e imprevedibile come quello che vedo adesso. La parola giusta per queste elezioni americane e' imprevedibilita'".
Ne 'Le cose cambiano' cominciano a scricchiolare gli equilibri della famiglia Bergman che e' sempre stata molto unita. La matriarca Joy, 86 anni, curatrice di un museo, e' sempre attiva ma inizia a perdere colpi. Suo marito Aaron, amatissimo compagno di una vita , e' morto e i loro figli Molly e Daniel non sanno come gestire la situazione. Soprattutto sono spiazzati dalla ricomparsa di un corteggiatore di Joy dei tempi del college e dalla ribellione della loro madre che non vuole saperne di perdere la sua autonomia. "Una cosa e' raccontare e scrivere una storia come 'La lettera d'amore' dove hai due persone che si incontrano e possono andare d'accordo o meno, un'altra e' entrare nell'ambito della famiglia. Quando ho avuto i miei figli ho visto come poi le gerarchie familiari cambino. E dopo aver scritto due romanzi che non trattavano di famiglia (Le disavventure di Margaret e La lettera d'amore appunto) sono stata attratta da questo argomento" .
Il titolo originale del romanzo si ispira al verso 'They May Not Mean To, But They Do' ('Non vorrebbero, magari, ma lo fanno") di una poesia di Philip Larkin. "Mi sono resa conto che questo e' proprio il tema del mio romanzo che parla dei componenti di una famiglia che cercano di aiutarsi ma alla fine combinano un casino. Nel caso di Larkin quel verso si riferisce ai rapporti tra madre e padre e rispetto ai figli dice che ti incasinano la testa, mentre nel mio romanzo parlo dei rapporti tra figlio, figlia, madre" spiega la Schine che attualmente vive a Los Angeles con la sua compagna dopo aver divorziato nel 2000 dal marito dal quale ha avuto due figli.
Del successo e del suo bestseller 'La lettera d'amore' spiega che la cosa più bella è stata: "l'accoglienza calorosa che ha ricevuto in Italia, più grande di quella negli Stati Uniti. L'Italia ha sempre occupato nel mio cuore un posto speciale e anche la lingua italiana che ho cercato sempre, senza successo, di imparare. E' come se la star del cinema di cui tu sei stata sempre segretamente innamorata all'improvviso, finalmente, si accorgesse di te. Da questo successo mi e' venuto il conforto di poter scrivere il romanzo successivo senza dover pensare a dover mollare tutto. E' stata una gioia ma soprattutto un dono perche' l'unica cosa che so fare e' scrivere e quindi mi ritengo fortunata". E racconta, infine, di essersi affezionata a Joy e al suo "continuare ad avere l'entusiasmo di vivere una vita vera".
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