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La vita possibile, in fuga da marito violento

La vita possibile, in fuga da marito violento

De Matteo, Festival di Venezia? Non mi hanno voluto

ROMA, 20 settembre 2016, 12:09

Francesco Gallo

ANSACheck

Cinema: La vita possibile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinema: La vita possibile - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cinema: La vita possibile - RIPRODUZIONE RISERVATA

 ''C'è la violenza di un uomo, l'amicizia di una donna e l'amore di un bambino''. Lo descrive così, con queste poche parole, Ivano De Matteo La vita possibile, in sala da giovedì con Teodora. Dopo Gli equilibristi e I nostri ragazzi, il regista romano torna a una storia di una famiglia difficile, con una donna Anna (Margherita Buy) in fuga con il figlio Valerio (Andrea Pittorino) da Roma a Torino da un marito violento. Ad accoglierli nel suo piccolo appartamento una fedele amica Carla (Valeria Golino). Qui Anna e Valerio dovranno ricostruire la loro vita, tra sensi di colpa e mille difficoltà cercando di ritrovare una nuova forma di vita. ''Non è vero che tutto è visto dagli occhi di Valerio, - spiega il regista - ma volevo raccontare questa volta, rispetto ai miei precedenti film, di una famiglia distrutta che cerca la sua redenzione''.
    Sulla mancata selezione a Venezia, spiega De Matteo : ''Ci ho provato, ma non mi hanno preso. Non ho fatto lo snob, sarei andato pure al Giardino degli aranci''.
    Cosa accade nel film? Anna dovrà gestire il disagio di Valerio, un tredicenne pieno di sensibilità e disperazione incapace di adattarsi davvero in una nuova città e lontano da un padre a cui è comunque legato. Per lui un amore platonico per un escort di strada, Larissa (Caterina Shulha), e un'amicizia paterna, quanto inaspettata, con Mathie (Bruno Todeschini), ristoratore francese dal passato difficile che in qualche modo lo adotta.
    ''Ho parlato con un neuropsichiatra infantile per fare questo film e ho scoperto che un figlio in certe situazioni può davvero rifiutare e odiare la madre o mettersi a rischio per attirare l'attenzione'' spiega De Matteo. Altra cosa che ho voluto evidenziare:''il fatto che in caso di disagio infantile, il ragazzino non può ricevere cure psichiatriche se non con il consenso del padre, una cosa impossibile quasi sempre. Comunque - spiega ancora il regista - non volevo fare un film violento, casomai un lavoro di sentimenti, d'amore''.
    Dice la Golino:''il mio personaggio, e questa era la sfida, doveva in qualche modo servire alla mia amica e al figlio per far capire loro che potevo essere necessaria alla loro vita''.
    Per Margherita Buy: ''sono madre e per il mio personaggio di Anna ho lavorato molto su questo e sul senso di colpa che si prova verso il proprio figlio in questi casi. Con Pittorino poi mi sono sentita davvero madre tanto da suscitare la gelosia di mia figlia che è quasi sua coetanea. La cosa più bella de La vita difficile? Sicuramente la solidarietà femminile''.
    Pittorino al suo quarto film dice :''Valerio è un ragazzo normale che in un attimo perde tutti i punti di riferimento. Li trova in Bruno, poi in Carla come amica e, infine, nell'innamoramento per Larissa''. Per l'attrice bielorussa Caterina Shulha: ''è stata un'esperienza 'mistica', perché molte ragazze che hanno girato con me, questo mestiere di escort lo fanno davvero''.
   
   

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