dice - dopo questa terribile Brexit". "Durante la campagna referendaria non si parlava di speranza, opportunità e solidarietà ma di paura da una parte e dall'altra. E' una Gran Bretagna che non conosco più, in cui non mi trovo a mio agio" racconta.
"Attraverso gli animali esprimiamo cose che non riusciamo a dire di noi stessi. Li usiamo a volte per manifestare ciò che vorremmo essere. Mabel ha rappresentato aspetti del mio dolore, quel selvatico che non sarei stata capace di esprimere. Gli animali aiutano a pensare meglio" spiega la scrittrice, falconiera per vocazione, nata nel 1970, che è molto ironica, sorridente, al contrario di quello che si immaginerebbe pensando a 'Io e Mabel', scritto dopo la morte del padre, famoso fotoreporter. "Lo ho scritto - racconta - in un momento molto buio. Mabel mi ha insegnato alcune cose importanti. Ogni giorno vedevo la morte in faccia a distanza ravvicinata e ho capito la brevità di tutte le nostre vite. Ho imparato che gli animali sono molto di più di quello che gli attribuiamo noi. Sono sempre fonte di meraviglia. Con Mabel io giocavo lanciandole palline di carta e lei me le rimandava indietro" spiega la Macdonald. E racconta un aneddoto significativo: "Un famoso psicoterapeuta mi ha raccontato di una sua paziente che ha grosse difficoltà a esprimere le proprie emozioni e quindi va alle sedute sempre accompagnata dal suo cane ed è capitato che una volta dicesse: 'adesso il mio cane è molto arrabbiato con lei'. Esprimeva attraverso il cane cose che lei non riusciva a dire come è stato per me con Mabel".
I gialli sono la passione segreta di questa scrittrice e storica della scienza, che ama Shakespeare e Agatha Christie, vive in un villaggio famoso per le gare ippiche, ed è "allergica ai cavalli e a quasi tutti i mammiferi, ma per i volatili nessun problema. L'astore è un animale solitario, è come una roccia, non interagisce ma se riesci a creare un rapporto con lui ti riconosce come complice. Mabel si avvicinava a me e con il becco mi sistemava i capelli. Ora ho un pappagallo e ho ricevuto più danni fisici da lui che con i falchi". Chiunque abbia un buon rapporto con le persone può averlo con i falchi. Federico II, il più grande falconiere della storia, ha indicato le caratteristiche per essere un buon falconiere tra le quali, ricorda la scrittrice, quelle di "essere determinato, intelligente, con buona memoria, buon udito, mai di cattivo umore o pigro".
Autrice di poesie, di libri accademici, la Macdonald non pensava che il suo memoir "avrebbe avuto così tanto successo. Sono due anni che giro in tutto il mondo, faccio conferenze e incontri con i lettori e non ho avuto il tempo di scrivere un nuovo libro in cui vorrei cimentarmi con la narrativa pura. Comunque il rapporto tra noi e la natura è l'aspetto più importante. Dobbiamo capire perchè diamo o non diamo valore a ciò che ci circonda".
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