Il 9 giugno sarà inaugurata a Roma l’esposizione di 1.400 cartoline, raccolte fra il 1895 e il 1912, dal giornalista Salvatore Besso, grande viaggiatore, inviato speciale del quotidiano “La Tribuna”, diretto da Olindo Malagodi.
In mostra, in particolare, le cartoline spedite per il Giubileo del 1900, che ripristinava il più grande appuntamento religioso della Chiesa Cattolica, istituito nel 1300 da Bonifacio VIII.
Ci sono ricordi di viaggi avventurosi (l’ultimo in Cina) e di scalate ardimentose (Salvatore salì fino alla vetta del Fujiyama, osannato dai giornali giapponesi). Dopo il crollo del Campanile di San Marco a Venezia nel 1902 fu stampata una cartolina per raccogliere fondi per la ricostruzione. Sempre uno di questi cartoncini riportò la foto della cerimonia dell’inaugurazione del Vittoriano. Lo stesso avvenne per casi politici appassionanti, come l’affare Dreyfus: le cartoline su questo tema erano “innocentiste”. La collezione riguarda anche la politica, l’arte (con la preziosa serie disegnata da Basilio Cascella su costumi e mestieri); la cultura, la storia, i fiori e tradizioni popolari che non ci sono più, come quella dei “Venditori di maccheroni” sulle piazze di Napoli.
Le cartoline, contrassegnate da un bollo dorato, riproducono le immagini fotografiche dei monumenti più importanti, religiosi e non, della Capitale e ricordi del Giubileo. Nelle dimensioni standard di 9x14 centimetri, le cartoline furono introdotte nel servizio postale nel 1869 dall’impero Austro-Ungarico e si diffusero rapidamente. Per la prima volta le comunicazioni a distanza erano composte non solo da parole ma anche da immagini e fu creato, senza rendersene conto, il primo network della storia.
Nel 1899 a Venezia si svolse una Mostra internazionale alla quale prese parte, ricevendo un premio, Salvatore Besso, con la sua raccolta dei preziosi cartoncini. La diffusione delle cartoline, per usare un termine adatto ai “network” odierni, diventò “virale”, e accese l’interesse dei collezionisti. Besso ne catalogò oltre 8.000 .
La mostra è stata ideata da Orsa Lumbroso, nipote di Salvatore Besso, e curata da Raffaella Paleari e Carla Rivolta mentre Laura Canali ha curato la cartografia.
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