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100 anni Scialoja, i quadri degli amici al Macro

100 anni Scialoja, i quadri degli amici al Macro

La collezione privata, dai grandi americani al '900 italiano

ROMA, 23 maggio 2015, 15:44

Paolo Petroni

ANSACheck

Gli amici di Toti Scialoja, opere a confronto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli amici di Toti Scialoja, opere a confronto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli amici di Toti Scialoja, opere a confronto - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Accanto alla mostra Scialoja 100 anni 'Azione e pensiero' sulle opere di questo artista e poeta poliedrico e aperto, come al tempo era raro, al resto del mondo e all'America, si apre oggi al Macro di Via Nizza l'esposizione 'Gli amici di Toti Scialoja e Gabriella Drudi', sua moglie, con la collezione privata dell'artista, raccolta in anni di incontri e scambi, maturati in diversi ambiti artistici e culturali, che va dai grandi americani a gran parte del Novecento italiano, dagli anni '30 sino agli anni '90, dai maestri agli allievi di Scialoja.
    Promossa dall'Assessorato alla Cultura e dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma con la Fondazione Scialoja, resterà aperta fino al 6 settembre e espone opere che nascono da un dialogo, uno scambio, un'amicizia intellettuale, artistica e umana, in cui si svela anche una sorta di intimità, se troviamo una camicia di Scialoja prestata a Fausto Melotti che fu trasformata in un'installazione con fili di ferro e altro ('Beatrice C.' 1977) che è possibile vedere qui al Macro, come un disegno a matita di Calder per la realizzazione del corrimano delle scale di casa Scialoja, cui si aggiungono alcuni 'esperimenti' assolutamente inediti dello stesso Scialoja, come macchie su un foglio di giornale del 1957 che sembra anticipare Rotella o alcuni sugheri 'burreschi' con innesti di grandi viti o chiodi, momenti di una sperimentazione che non ebbe seguito, ma prova la versatilità dell'artista e la sua curiosità.
    E' interessante vedere queste opere, che vanno da Morandi a Savinio, da Mafai a Maccari, passano per Corpora, Burri, Afro, Dorazio, Leoncillo e tanti altri, per arrivare agli allievi di Scialoja, da battaglia a Fioroni e Gardini, all'Accademia di Belle Arti, dove portò il suo modo libero e interdisciplinare di insegnare e la sua apertura sull'arte Usa, vederle in dialogo appunto con le opere stesse di Scialoja esposte nell'altra grande mostra, nelle sale adiacenti, e capire quale scambio e dialogo sia esistito, così da rendere più esplicite certe scelte linguistiche e predilezioni artistiche, da far capire quali siano state le sue radici artistiche, ma anche le frequentazioni umane e affettive, in cui era coinvolta anche la moglie Gabriella, cui molte opere sono dedicate dagli autori. Tra le curiosità un microscopico Burri di circa due centimetri per uno e mezzo, colorato e con lamina d'oro, disegni e Mobile di Calder, un astratto ritratto di Scialoja firmato De Kooning, alcuni studi per teatrini di Lucio Fontana, un ritratto di Scialoja e la sua prima moglie Titina Maselli di Maccari, due aeree matite e olio su tela di Cy Twombly, solo per citare alcune opere. Al centro della sala la proiezione di un documentario Rai autoritratto di Toti Scialoja a cura di Guidarello Pontani del 1993.
   

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