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Satisfaction, il rock dei Rolling Stones trova il suono e le parole della rabbia

Satisfaction, il rock dei Rolling Stones trova il suono e le parole della rabbia

Una notte di primavera del 1965 nasce la canzone che ha cambitao gli anni '60

21 aprile 2015, 15:50

Marco Dell'Omo

ANSACheck

Keith Richards - RIPRODUZIONE RISERVATA

Keith Richards - RIPRODUZIONE RISERVATA
Keith Richards - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Ogni grande viaggio comincia con un passo. Nel caso della storia del rock quel passo fu I can't get no satisfaction. La canzone dei Rolling Stones, ideata da Keith Richards in uno stato di dormiveglia, ha dato il via all'onda lunga della musica rock come oggi la conosciamo. Dentro Satisfaction ci sono in embrione tutti gli elementi che distinguono un pezzo rock: la chitarra graffiante, il testo aggressivo, la ritmica martellante. La storia della canzone che ha impresso alla cultura musicale degli anni '60 un'improvvisa sterzata, parte una notte di primavera del 1965 nell'appartamento londinese del chitarrista degli Stones a Carlton Hill.

Prima di andare a dormire, Keith armeggia alla chitarra acustica suonando note in libertà. Improvvisazione pura, lasciando andare la mano sulla tastiera. "Non avevo una ragazza fissa allora, ed ero nel mio appartamento. Forse questo spiega l'umore della canzone", racconta Richards nella sua autobiografia "Life". L'attenzione cosciente non doveva essere al meglio, ma per fortuna il chitarrista dei Rolling Stones aziona un piccolo registratore Philips a cassetta, uno dei primi in commercio. Suona come fa tutte le sere, e poi crolla in un sonno profondo dal quale si sveglia solo la mattina seguente. Per fortuna si ricorda che aveva acceso il registratore: riavvolge il nastro e preme il tasto play. Nel caos di accordi e linee melodiche emerge a un certo punto la sequenza di note che sarebbe diventata Satisfaction. Seguono quaranta minuti in cui il nastro ha fedelmente registrato Keith che russa come un ghiro. La scena si sposta negli Stati Uniti. Siamo ai primi di maggio del 1965 e i Rolling Stones sono in turnée negli States con il loro repertorio di blues elettrico.

Keith ha fatto sentire a Mick Jagger lo scheletro della canzone. C'è il riff della chitarra che apre la canzone (a averlo ispirato è stato senza dubbio la parte dei fiati di un pezzo del trio Martha and the Vandellas, Nowhere to run) e c'è la melodia della parte cantata.

Martha and the Vandellas, Nowhere to run

 

. Keith ha anche ideato qualche verso: il ritornello "I can't get no - satisfaction And a tried and a tried and a tried.." Jaggers si fa contagiare e aggiunge gli altri versi mentre si trova sul bordo di una piscina a Clearwater in Florida. Qualche giorno dopo, il 10 e l'11 maggio, presso gli studi della Chess a Chicago viene realizzata una prima incisione. Satisfaction, in questo primo esperimento, è un pezzo acustico, con una lunga sezione in cui c'è anche l'armonica . Al manager Andrew Oldham il risultato finale non piace neanche un po'. Ed è qui che entra in gioco il dettaglio che dà l'avvio alla rivoluzione. Richards pensa che la chiave di tutto sia nel riff della chitarra all'inizio del pezzo. Vorrebbe che al posto della chitarra ci fosse una sezione fiati, come anni più tardi in una celebre cover di Otis Redding (tra l'altro una voce sempre smentita vuole che Redding sia il vero autore di Satisfaction).

Otis Redding - Satisfaction (Monterey '67)

 

I sassofoni e le trombe avrebbero dato a Satisfaction un'aria ancora più "black", ma alla fine viene trovata una soluzione alternativa: negli studi della Rca di Los Angeles, dove gli Stones si sono spostati, c'è un marchingegno appena prodotto dalla Gibson, un pedale che una volta azionato distorce il suono della chitarra. Si chiama Gibson Maestro Fuzz-Tone, finora non ha avuto successo, ma Richards lo monta e tira fuori quel suono acido e distorto che dà l'avvio a Satisfaction e che da quel momento in poi tutti i chitarristi vorranno imitare . La registrazione viene completata tra il 12 e il 13 maggio. A quanto pare, però, Keith non era ancora soddisfatto: secondo il ricordo di Mick Jagger, il chitarrista pensava che Satisfaction "fosse troppo scarna" e quindi non voleva che uscisse come singolo.

"E' l'unica volta che siamo stati in disaccordo". Secondo il bassista Bill Wyman si arrivò addirittura a una a una votazione, circostanza però smentita dal manager Andrew Oldham. Sia come sia , il 45 giri esce negli Stati Uniti il 5 giugno 1965 e dopo nemmeno un mese è al primo postoi della classifica, dove resta quattro settimane. Racconta Keith: "Dalle parti del Minnesota ci capitò di ascoltare proprio Satisfaction annunciato da una stazione radio come hit della settimana, quando noi non sapevamo nemmeno che Andrew l'avesse fatta uscire Sulle prime ne fui mortificato. Per quel che ne sapevo quel che avevamo registrato era solo una traccia provvisoria Un altro paio di mesi e arriva il disco d'oro per aver venduto un milione di copie. Imparai una lezione - racconta sempre Richards - alle volte corri il rischio di lavorare troppo sulle cose. Non tutto deve incontrare i tuoi gusti soltanto". Dopo quel giugno del 1965 la canzone scritta da Keith e Mike è diventata una sorta di bandiera generazionale per tutti i giovani irrequieti degli anni '60 e oltre. Sia che il testo venga interpretaton come un rifiuto della società dei consumi o come un grido contro la repressione sessuale, il pezzo ha funzionato come catalizzatore dello scontento .

Intuendo il suo potenziale "eversivo", molte stazioni radiofoniche europee evitarono di trasmetterlo. Nonostante questo Satisfaction balzò in testa alle classifiche di mezzo continente. Anche nella più tradizionalista Italia, il pezzo arrivò alla posizione numero 12 della hit parade, all'epoca dominata da Gianni Morandi che cantava "Non son degno di te". La radice R&B del successo degli Stones è testimoniata dalle cover che gli hanno dedicato Otis Redding e Aretha Franklin.

 Aretha Franklin - (I Can't Get No) Satisfaction

 

Ma Satisfaction va oltre i generi fino a quel momento conosciuti, come dimostra tra l'altro la versione punk dei Devo.

Il suo merito, ha detto Jagger nel 1995, oltre ad avere un riff accattivante e un grande suono nella chitarra, per quei tempi assolutamente originale è di aver "catturato lo spirito del tempo", quell'alienazione e quell'insoddisfazione che da lì in poi ha marchiato la storia del rock.

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