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American Sniper record di incassi e caso politico Usa

American Sniper record di incassi e caso politico Usa

Per molti il cecchino era un eroe, altri lo criticano duramente

NEW YORK, 25 febbraio 2015, 15:33

Stefano De Paolis

ANSACheck

   Un campione di incassi, ma anche di polemiche: il nuovo film di Clint Eastwood sulla guerra in Iraq, 'American Sniper', ha raggiunto negli Usa nel corso del week end la cifra record di 105 milioni di incassi, ma allo stesso tempo ha sollevato un polverone, ha acceso una rovente disputa, soprattutto a colpi di tweet, tra chi decisamente considera il protagonista un eroe, e chi invece lo critica aspramente, giudicandolo semplicemente un 'un killer'.
    Si tratta di un film che vuole solo descrivere "le difficili condizioni" di un soldato, ha affermato Eastwood. Ma il soldato e' "piu' letale cecchino" della storia delle forze armate Usa, Chris Kyle, e il film e' inevitabilmente diventato un caso politico, scrive il Washington Post.
    Kyle ha ucciso oltre 150 persone nel corso di quattro stazionamenti in Iraq, come ha scritto lui stesso in un libro autobiografico, che ha lo stesso titolo del film. "Il male, selvaggio e spregevole, e' questo quello che combattevamo in Iraq. Ed e' per questo che molta gente, me compreso, chiamavamo 'selvaggi' i nostri nemici", ha scritto Kyle nel libro, divenuto a sua volta un bestseller. "C'e una domanda che la gente spesso mi fa: ti e' dispiaciuto uccidere cosi' tanta gente in Iraq? e io rispondo no, mi e' piaciuto...non mento o esagero se dico che era divertente", ha affermato ancora, Kyle, che nel 2013 e' stato ucciso in un poligono di tiro in Texas. "Dio benedica le nostre truppe, specialmente i nostri cecchini", ha scritto sul suo account Twitter l'ex candidata repubblicana alla vicepresidenza Usa Sarah Palin, che al contempo si e' scagliata contro i "sinistrorsi di Hollywood" che "sputano sulla tomba dei nostri combattenti per la liberta'...e non sono degni di lucidare gli stivali da guerra di Kyle".
    Il riferimento e' di certo al regista Michael Moore, che a sua volta via Tweeter ha scritto: "Mio zio e' stato ucciso da un cecchino nella seconda guerra mondiale. Ci avevano detto che che i cecchini sono codardi. E gli invasori sono peggio".
    Contro l'autore del controverso 'Fahrenheit 9/11' si e' scagliato anche l'ex speaker repubblicano della Camera Newt Gingrich, affermando che "Moore dovrebbe passare qualche settimana con l'Isis e Boko Haram, poi potrebbe apprezzare American Sniper. Sono orgoglioso dei nostri difensori". Ma oltre ai toni accesi, la polemica ha preso anche una piega allarmante. La giornalista Rania Khalek ha affermato che qualsiasi film che esalti Kyle rappresenta "una pericolosa propaganda che sdogana un killer di massa e riscrive la storia della guerra in Iraq". La raggelante risposta le e' arrivata tramite un account Twitter che ora e' stato sospeso: Rania Khalek: "deve essere uccisa. Facci un favore, ucciditi". E lei non e' l'unica ad aver ricevuto messaggi di questo livello per aver criticato il film.
   

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