Vestito scuro d'ordinanza e bacchetta in mano pronta ad armonizzare il suono dei 30 elementi che compongono la sua CentOrchestra, ma guai a chiamare Gabriele Ciampi, 38 anni, direttore d'orchestra. "No, non mi reputo un direttore d'orchestra. Il mio lavoro è dirigere la mia musica, quella che scrivo io per la mia orchestra - dice il giovane maestro, che ieri sera si è esibito a Roma al circolo di Montecitorio per presentare il suo ultimo lavoro The minimalist evolution -. L'obiettivo è valorizzare la figura del compositore, per come era in passato. Niente tecnologie, niente computer, che creano solo confusione. Io mi siedo al pianoforte e scrivo sulla carta per esecutori che scelgo personalmente.
Compositore, direttore ed esecutore sono figure distinte e ognuno deve fare il suo lavoro".
Ciampi, la musica nel dna, con una famiglia di costruttori di pianoforti alle spalle da tre generazioni e un diploma del Conservatorio in tasca, per inseguire un sogno e un amore, si è trasferito da tre anni a Los Angeles, dove ha perfezionato i suoi studi e ha cominciato a lavorare. Tre anni che l'hanno portato a raccogliere successi e riconoscimenti. Tra i più importanti il PrimiDieci Under 40 2014, che celebra il successo degli italiani in Usa, la medaglia "Eccellenza Italiana" conferita dal Senato e la Green card per Extraordinary Ability, rilasciata dal governo americano. Due suoi brani sono stati anche suonati da David Osborne alla Casa Bianca per il tradizionale Concerto di Natale. In Italia per promuovere la sua ultima fatica, il compositore sarà all'Auditorium Parco della Musica a Roma, il 21 dicembre.
"Sarà uno spettacolo autobiografico, che ripercorre le tappe fondamentali che hanno dato vita alle mie composizioni - spiega Ciampi -. Non sarà solo un concerto, ma ci sarà interazione tra musica, recitazione e danza". Ieri sera, un assaggio di quello che sarà. Con una versione ridotta a 16 elementi della CentOrchestra, ma capace comunque di scandagliare tutte le sfumature dell'animo umano, in un crescendo musicale ed emozionale. Con il rassicurante suono del pianoforte protagonista, accompagnato da quello struggente del violino solista e dall'irruenza del violoncello. Perché la musica di Ciampi è un viaggio nelle emozioni e nel sentire. "Se chi ascolta non sente nulla, il problema non è suo, ma mio che non ho saputo trasmettere nulla", dice il maestro che dirige a braccio, "perché ogni concerto è diverso e dettato dalle emozioni del momento".
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