Rassicura tutti il sindaco
di Pompei, Nando Uliano: il Fondo Maiuri non andrà via dalla
città, anzi si troverà al più presto una idonea collocazione nel
progetto del Museo di Pompei o negli Scavi.
Amedeo Maiuri era uno dei più grandi archeologi italiani
nonché il massimo esperto degli scavi di Pompei. Il fondo è
costituito da libri, carteggi, fotografie: racconta tutto sulla
città antica. A giugno scorso, il primo cittadino ordinò lo
sfratto dal palazzo comunale in un'ottica di spending review al
fine di riorganizzare i palazzi, appunto, e liberare edifici
pagati a caro fitto. Sul caso torna oggi il Corriere della Sera.
"Il fondo occupa quasi completamente il secondo piano del
palazzo comunale, mentre l'ente paga più di 25mila euro di fitti
mensili per dare collocazione ad altri uffici che potrebbero
trovare posto a palazzo de Fusco - spiega il sindaco -. Per
questo motivo e solo per questo motivo, la mia amministrazione
ha chiesto al professor Pappalardo, che amministra il Fondo, di
lasciare i locali in attesa di una nuova collocazione".
"Il fondo merita di stare in un luogo consono e abbiamo già
individuato diverse sedi che subito dopo la pausa estiva
verranno esposte anche al professor Pappalardo nel corso di una
riunione". E a dare la propria disponibilità per una
collocazione è anche la soprintendenza archeologica di Pompei:
"E' un'ipotesi che prenderemo in considerazione. Anzi c'è di
più. È volontà di quest'amministrazione creare un museo
cittadino legato agli scavi archeologici dove ospitare mostre e
reperti".
"L'apertura da parte del soprintendente Osanna è molto
allettante, perché sarebbe il luogo più consono ai preziosi
studi della Fondazione Amedeo Maiuri", commenta il gestore del
Fondo Amedeo Maiuri, l'archeologo Umberto Pappalardo. "Non si
fanno, però, le nozze con i fichi secchi e, quindi, occorre un
accordo tra il ministero, la Soprintendenza e la Regione per i
sussidi necessari. Al momento la fondazione dispone solo di un
bibliotecario, un giovane professore bravissimo, che lavora
senza stipendio, e di un assistente pompeianista - conclude -.
Visto che la Regione ha speso 300mila euro per due spettacoli
nell'area archeologica di Pompei, a fronte di un ricavato di
20mila euro, sarebbe ora che si cominciassero a creare
situazioni reali di incremento degli studi sull'area
archeologica tanto vantata ma così poco sostenuta".
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