Un gommone della nave Mare Jonio lo
scorso 4 aprile in acque internazionali "si era avvicinato alla
motovedetta libica Fezzan' in un momento successivo a quello in
cui quest'ultima aveva già assolto agli obblighi di salvataggio
in mare. Nell'occasione, le persone presenti sul gommone
incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le
operazioni di salvataggio in atto da parte dell'unità libica con
ciò mettendo a repentaglio l'incolumità delle persone stesse,
tanto che diversi migranti si sono gettati in acqua per poi
essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e
in parte dal predetto gommone che li ha poi trasbordati sulla
Mare Jonio. E' in questa fase che risulterebbe che siano stati
esplosi effettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria
affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero,
così da poter riprendere le operazioni di salvataggio". Così il
ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al
question time al Senato sull'episodio riferito dalla ong
Mediterranea saving humans e che ha portato al fermo e ad una
sanzione amministrativa per la nave umanitaria.
"E' pertanto evidente - osserva Piantedosi - che la nave
privata Mare Jonio non sia mai stata incaricata dalle autorità
competenti ad effettuare operazioni di
soccorso in argomento all'interno della zona sar ove si sono
svolti i fatti. Della vicenda è stata immediatamente informata
l'autorità giudiziaria. La condotta appena descritta ha
determinato l'applicazione delle sanzioni previste dal decreto
legge 1 del 2023 e il conseguenziale fermo della Mare Jonio".
"Siamo - prosegue il ministro - nell'ambito di un quadro
normativo volto a disciplinare proprio quegli interventi di
soccorso ai quali concorrono talvolta assetti navali privati,
spesso in acque sar non italiane, e che, pertanto, devono essere
sottoposti al coordinamento degli Stati che ne hanno la
responsabilità, nel pieno rispetto delle convenzioni
internazionali e con la finalità di salvaguardare l'incolumità e
la vita delle persone".
"Su un piano più generale - ribadisce - obiettivo del Governo
sarà quello di contrastare ogni indebito, illecito o
insostenibile ingresso sul territorio nazionale di persone, al
di fuori di un quadro di regole. In questo senso si indirizzano
le politiche del Governo volte ad implementare i corridoi
umanitari, i canali legali di ingresso ed i percorsi
socio-lavorativi".
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