"Visto che, a quanto dicono gli
esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa
variante Omicron, credo che se non siamo passati alla dad per
scelta, ci arriveremo per necessità". Questo il commento
rilasciato all'ANSA dal presidente lombardo dell'Associazione
Nazionale Presidi, Matteo Loria, a proposito della decisione del
governo di non riaprire le scuole con la didattica a distanza.
"Lunedì, quando riapriranno gran parte delle scuole lombarde -
aggiunge Loria, che è preside di un'istituzione di Vigevano -
sarà come andare alle Termopili".
"Solo nella mia scuola - aggiunge Loria - già adesso abbiamo 45
studenti e 8 docenti positivi e credo che tra due giorni la
situazione sarà anche peggiore. Non è tanto un problema di tipo
epidemiologico ma organizzativo, perché sarà molto difficile
mettere a disposizione degli studenti che ci saranno un
programma didattico adeguato, anche perché non è possibile
reclutare un supplente in un paio di giorni".
Un problema comune a quasi tutti gli istituti scolastici
lombardi, visto che un sondaggio promosso in questi giorni
dall'Associazione Presidi della Lombardia su 150 dirigenti
scolastici, ha messo in evidenza che mediamente ogni scuola
riprenderà con una decina di docenti in meno, tra positivi al
Covid, soggetti in quarantena, insegnanti in malattia o
personale sospeso per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale,
che in Lombardia raggiunge quota 2.500 dipendenti.
"Anche noi presidi siamo tutti a favore della scuola in
presenza, ma in questa situazione di emergenza credo che sarebbe
stato giusto ripartire con la Dad per poter offrire agli
studenti un programma più sicuro e organizzato - conclude Loria
-. Rinviare l'apertura degli istituti di due settimane non
avrebbe cambiato nulla, anzi avrebbe consentito ad un numero
maggiore di studenti di vaccinarsi e ai tanti già positivi di
uscire dalla quarantena".
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