A Ravenna le persone transgender
potranno avere l'abbonamento dell'autobus con l'indicazione del
proprio nome di elezione e non di quello anagrafico. La novità
arriva da una decisione della società del trasporto pubblico
locale, Start Romagna, che non limiterà l'opportunità al solo
territorio ravennate, grazie alla battaglia avviata da una
studentessa di 15 anni con l'associazione 'Affetti Oltre il
genere' fondata dai suoi genitori. Ravenna sarebbe la prima in
Italia ad aver preso una decisione simile. Lo riporta la stampa
locale.
Il caso da cui parte la 'rivoluzione' sugli abbonamenti ai
mezzi pubblici ha interessato una ragazza che da circa tre anni
ha avviato un percorso per una autodeterminazione di genere, ma
che al momento per la burocrazia risulta essere ancora di sesso
maschile. Per questo per più di un anno ha preferito acquistare
il biglietto singolo nel tragitto casa-scuola perché
impossibilitata ad avere l'abbonamento, non collimando il nome
utilizzato normalmente con quello ancora presente nel documento.
A cambiare le cose un episodio spiacevole: un giorno ha
dimenticato il biglietto e a un controllore ha dovuto
pronunciare il nome registrato all'anagrafe per
l'identificazione.
L'associazione 'Affetti Oltre il genere' ha deciso quindi di
rivolgersi a Start Romagna e la società ha risposto
favorevolmente proponendo una convenzione. "La nostra
associazione - spiega la madre della ragazza al Resto del
Carlino - erogherà gratuitamente una tessera, con la quale le
persone transgender potranno recarsi alle biglietterie di Start
per ottenere l'abbonamento che, in questo modo, verrà fornito
con la foto abbinata al nome d'elezione. Sulla tessera
dell'associazione verrà invece applicato un bollino argentato,
leggibile dagli strumenti in dotazione ai controllori, che lo
renderà a tutti gli effetti un documento di riconoscimento. Non
ci sarà quindi bisogno di far sapere il nome presente
all'anagrafe". "La disponibilità di Start è stata una sorpresa -
aggiunge al Corriere di Romagna - Questa è l'Italia e la Ravenna
che ci piace. Dopo il fallimento del Ddl Zan ci voleva".
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