Militari del Comando Provinciale
della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito un'ordinanza
di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di
sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata
alle truffe per le forniture di dispositivi di protezione
individuale (camici, tute e mascherine) provenienti da Turchia e
Cina, risultati non conformi ai requisiti di legge, nei
confronti della Protezione Civile del Lazio e di altre imprese,
riciclaggio e autoriciclaggio. E' stato inoltre disposto il
sequestro preventivo dei proventi illeciti di circa 4 mln di
euro. Le misure restrittive sono state firmate dal gip Benedetto
Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e
del sostituto Antonio Natale. Nelle fasi più critiche della
prima ondata pandemica, una società di Taranto facente capo a
uno degli indagati si era proposta di fornire Dispositivi di
protezione all'Ente Protezione Civile Lazio necessari per far
fronte al rischio di contagio. A fronte dei contratti
sottoscritti, l'impresa, che fino al mese di marzo 2020 era
attiva soltanto nel settore del commercio di integratori
alimentari, ha prima - secondo la tesi investigativa - fornito
documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi
autorizzati e successivamente, per superare le criticità emerse
durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente
dall'estero, ha prodotto falsi certificati di conformità.
Le indagini, condotte con il supporto del Nucleo Speciale di
Polizia Valutaria e dell'Unità di Informazione Finanziaria
(Uif), hanno permesso di bloccare il pagamento a saldo di 25 mln
dell'intera fornitura da parte della Protezione Civile. I
proventi illecitamente conseguiti sarebbero stati riciclati in
altre attività illecite e anche trasferiti su conti esteri
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