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Ue, stop a concorrenza sleale delle aziende estere

Ue, stop a concorrenza sleale delle aziende estere

Arrivano paletti per chi prende aiuti da governi non europei

Bruxelles, 17 giugno 2020, 13:45

Redazione ANSA

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Le bandiere dell 'Ue © ANSA/EPA

Le bandiere dell 'Ue © ANSA/EPA
Le bandiere dell 'Ue © ANSA/EPA

Diventerà presto più difficile la vita delle aziende straniere che operano in Ue ma prendono sovvenzioni dai loro governi, sfuggendo alle rigide regole europee sugli aiuti di Stato. La Commissione Ue propone di porre rimedio a questa "distorsione della concorrenza", mettendo in piedi una serie di meccanismi per individuare e mettere paletti alle società che giocano sleale e che, forti dei sussidi esteri, provano a comprare aziende Ue o a vincere appalti europei.

La Commissione spiega che i sussidi concessi dai governi di Paesi terzi alle società che operano in Ue, "sembrano aumentare l'impatto negativo sulla concorrenza nel mercato unico", visto che questi ricadono fuori del controllo degli aiuti di Stato. "C'è un un numero crescente di casi in cui i sussidi stranieri sembrano aver facilitato l'acquisizione di società europee o distorto decisioni di investimento, operazioni di mercato, politiche dei prezzi, oppure distorto gare d'appalto a detrimento delle aziende non sussidiate", scrive la Commissione. Bruxelles intende quindi porre rimedio, e descrive le possibili azioni in un 'libro bianco' che sottometterà ai governi Ue per avviare la discussione. Tre le opzioni. La prima serve ad individuare gli effetti distorsivi dei sussidi stranieri, istituendo uno strumento generale di controllo del mercato. Potrebbe essere un'autorità nazionale o la Commissione, che agisce su segnalazione. Qualora venisse stabilita l'esistenza di un sussidio estero, l'autorità imporrebbe rimedi. La seconda opzione ha lo scopo di affrontare in modo specificodistorsioni causate da sovvenzioni estere che facilitano l'acquisizione di società dell'Ue. Le società che beneficiano del sostegno finanziario di un governo non Ue dovrebbero quindinotificare l'operazione all'autorità di vigilanza. La Commissione si propone di ricoprire tale ruolo, che punta ad individuare quei casi in cui il sostegno distorce la transazione, e a porvi rimedio. La terza opzione punta a proteggere gli appalti pubblici: gli offerenti che beneficiano di aiuti extra Ue devono notificarlo all'autorità di supervisione, che può anche escluderli dalla gara.

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