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Coronavirus, l'impennata dei media e del digitale

Coronavirus, l'impennata dei media e del digitale

La ricerca di Dentsu Aegis Network con le migliori performance del web, prima ANSA

05 marzo 2020, 18:58

Redazione ANSA

ANSACheck

Due donne con la mascherina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due donne con la mascherina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Due donne con la mascherina - RIPRODUZIONE RISERVATA

In che modo gli italiani hanno reagito alla crisi del coronavirus? A questa domanda risponde una ricerca Dentsu Aegis Network, una delle maggiori multinazionale di comunicazioni di marketing digitale e media. La ricerca parte dall’analisi delle conversazioni in rete, con particolare focus sul comportamento degli influencer ,e approfondisce gli andamenti delle fruizioni dei media, tradizionali e digitali sull'epidemia.

GUARDA NEI DETTAGLI LO STUDIO

Secondo le elaborazioni di Dentsu Aegis Network sui dati Auditel, Auditel Digitale e Audiweb, la crescita di audience della tv e del web ha riguardato in particolar modo i canali all news e siti di informazione. In particolare, confrontando i dati del periodo 21 febbraio – 1 marzo 2020 con quelli del periodo 22 febbraio – 3 marzo 2019, Sky Tg 24 è cresciuta dell’85% su satellite e del 103% su digitale terreste; Rai News addirittura del 106%. Crescite intorno al 50% anche degli stream sui device digitali, per Tgcom24, Sky Tg 24 e Rai News. Tra i siti dedicati alle news, confrontando la settimana 21-18 febbraio 2020 con quella 13-20 febbraio, gli incrementi sono stati ovunque superiori al 50%. Con una best performance del sito ANSA cresciuto addirittura del 195%.

"Ne è venuta fuori la fotografia di un paese  - si legge nella sintesi della ricerca - che non sembra impaurito, ma che ha piena coscienza della gravità del momento; e per questo cerca di informarsi e di capire di più, in ogni modo. In più, ha voglia di reagire e mobilitarsi, anche per difendere la reputazione della propria città e il proprio stile di vita".

Lo studio ha analizzato 1.075.502 conversazioni online a tema coronavirus nei giorni tra il 20 febbraio e il primo marzo. "È stata grande la ricerca di punti di riferimento autorevoli per avere notizie e informazioni - continua l'analisi -. Fonti ufficiali, in primis:l'ANSA, la Farnesina, il Ministero della Salute. E secondarie, poi: tutte le principali testate giornalistiche italiane. Del resto, anche i servizi online più popolari hanno reso disponibili dei link diretti alle fonti ufficiali, come hanno fatto Instagram e Facebook con un link diretto al sito del Ministero della Salute".

Sui social, esperti come Roberto Burioni e Roberta Villa hanno goduto di crescente popolarità e visibilità, ottenendo una vetrina ulteriore anche grazie a divulgatori generici.

Anche i  creatori di contenuti più popolari hanno smesso per un attimo i panni di puri intrattenitori, per iniziare invece a informare, a sensibilizzare, a veicolare positività verso un pubblico che rischiava di cadere preda dell’angoscia. Su questa falsariga, i contenuti creati da "The Show" e "Casa Surace", ma anche quelli creati da alcuni brand, che sono riusciti a far sentire la propria voce sui social senza cadere nella banalità: Tempo, Ceres, Taffo, Motta, tra gli altri.

La voglia di reazione è stata interpretata nel modo migliore dal video #Milanononsiferma che - unito alla “spinta” quotidiana sui social da parte del Sindaco Giuseppe Sala – è diventato rapidamente un fenomeno virale, aggregando anche altre iniziative da parte di altri creators, come il Milanese Imbruttito.

 

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